LA RICERCA
Ispezione alle acque del Campo dei Fiori
Il gruppo speleologico del Cai preleva campioni d’acqua nel cuore del Campo dei Fiori
Nel cuore del Campo dei Fiori, alle falde acquifere, dopo il rogo; Il sottosuolo della montagna e le acque che lo attraversano: insomma, un check-up completo a una settimana dalla conclusione dei roghi, viene condotto per due giorni nel parco distrutto dal fuoco. Dopo i primi sopralluoghi in superficie, la stima del danni e l’annuncio dell’arrivo di fondi da parte della Regione Lombardia, si è deciso di ispezionare il sottosuolo.
ISPEZIONE NEL CUORE DELLA MONTAGNA
Un’iniziativa che ha unito, con il Gruppo Speleo del Cai, Parco del Campo dei Fiori, Arpa e Aspem. Perché oltre alle grotte, si è voluto verificare quali tracce le fiamme hanno lasciato indirettamente sottoterra. Una verifica delicata che coinvolge anche un aspetto non secondario e cioè lo stato di salute delle acque che alimentano le sorgenti di Aspem.
I tecnici sono stati al lavoro alla Rasa, a Luvinate e al fontanone di Barasso dove si trovano le sorgenti che alimentano la rete dell’acqua che serve migliaia di famiglie nel capoluogo e nei Comuni vicini.
Gli speleologi del Cai, una ventina, coordinati nelle operazioni da Gregorio Mondini, ispezionano cinquanta grotte. Ieri in particolare alcuni sono entrati nel cuore del sottosuolo, nella grotta Nuova Orizzonti, arrivando a prelevare campioni di acqua nel sottosuolo prima a 50 metri, poi a centonovanta dall’ingresso, nella zona di Lagognato, nel comune di Luvinate.
PERLUSTRATA LA “NUOVI ORIZZONTI”
«Abbiamo controllato la grotta più grande, Nuovi Orizzonti, e compiuto prelievi, per verificare le condizioni dell’acqua - dice Alessandro Uggeri, geologo e speleologo del gruppo della sezione varesina del Cai -. Nelle grotte più piccole, invece, gli speleologi divisi in gruppi hanno compiuto una verifica degli ingressi e fino a circa dieci metri di profondità, per controllare fino a dove è giunta la cenere la cui presenza non è stata rilevata oltre i cinque metri dall’ingresso, comunque».
Il geologo Uggeri, che è uno dei massimi esperti del sottosuolo del Campo dei Fiori, dice di «non avere osservato segnali preoccupanti di alcun tipo» anche se la possibilità della contaminazione delle acque potrà avere una risposta soltanto dalle analisi, tra qualche giorno.
DAL FUOCO ALL’ACQUA
L’iniziativa d’ispezione globale e più approfondita degli esiti dell’incendio durato una settimana che ha intaccato circa sessanta ettari di bosco, ha avuto lo scopo d’indagare lo stato generale degli ingressi delle grotte, le tracce sotterranee dei danni immensi del bosco bruciato, mentre agli esperti della fauna dell’Università dell’Insubria si dedicano a verificare la situazione della vita sotterranea nelle grotte.
Il rilevamento delle tracce visibili dell’incendio, in sostanza delle infiltrazioni di cenere, è stata condotta a livello visivo all’imbocco delle grotte, mentre la verifica dello salute delle falde è stata condotta tramite campionamenti che hanno portato gli esperti del sottosuolo a scendere nel cuore del Campo dei Fiori.
In particolare si va alla ricerca di tracce di sostanze potenzialmente inquinanti come gli idrocarburi ma anche di liquido ritardante, cioè della sostanza che serve a rallentare i processi di combustione e che solitamente viene utilizzata per contrastare gli incendi di grandi dimensioni. Oggi, secondo round di visite nelle grotte.
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