L’INCHIESTA
Jeanne a casa. Agli arresti
Il gip accoglie la richiesta del legale del giovane cuoco che ha investito e ucciso Giada Molinaro: «Sono stato inqualificabile. Ma ho avuto paura»
«Avevo paura, paura di raccontarlo ai miei genitori. Non ho avuto il coraggio, ho preferito aspettare che mi venissero a prendere piuttosto che costituirmi. Ero troppo spaventato».
Flavio Jeanne dal pomeriggio di lunedì 19 settembre - giorno dei funerali della sua vittima - è agli arresti domiciliari.
La mattina di lunedì il ventiquattrenne è stato interrogato in carcere dal gip Luisa Bovitutti e ha ammesso ogni responsabilità nell’investimento di Giada Molinaro.
«Ho visto un gruppetto di persone, avevo avuto l’idea che si fossero fermati, che non volessero attraversare. Invece la ragazza l’ha fatto ed è successo quel che è successo».
Difeso dall’avvocato Cinzia Martinoni, il giovane cuoco è apparso affranto ma molto composto, consapevole della gravità di quel che è accaduto e seriamente rispettoso del dolore della famiglia di Giada.
«Sono distrutto. Ho avuto una reazione infantile, inqualificabile, non ho avuto il coraggio di assumermi le mie responsabilità. Ma sapevo che mi sarebbero venuti a prendere, ne ero consapevole. Anche la mia ragazza mi consigliava di costituirmi, ma a me è mancato del tutto il coraggio».
Il giudice ha deciso di accogliere la richiesta del difensore: Flavio rimarrà a casa con i suoi genitori in attesa del processo, salvo diverse disposizioni del tribunale. Anche perché subito dopo la decisione, il gip Bovitutti ha trasferito tutti gli atti a Varese per competenza territoriale.
Ampi servizi sulla Prealpina di martedì 20 settembre.
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