Siria
Kobane, simbolo di resistenza all'Isis, di nuovo sotto attacco
Governatore di Kobane: i jihadisti non ritirano i loro artigli
Roma, 25 giu. (askanews) - Kobane torna simbolo della lotta contro lo Stato islamico e obiettivo strategico per gli stessi jihadisti. Oggi i miliziani del Califfo hanno sferrato un nuovo attacco per tentare di riprenderne il controllo e ribadire la propria forza in Siria, come in Iraq. "L'Isis non ritira i suoi artigli", ha sottolineato Anwar Muslim, governatore di Kobane, in un'intervista ad askanews a Roma, proprio nelle ore in cui i jihadisti rilanciano contro la piccola città siriana sul confine con la Turchia: 54.000 abitanti secondo il censimento del 2007, ridotta in macerie e in parte spopolata dopo il lungo assedio jihadista terminato lo scorso gennaio. I mesi di scontri sono costati la vita ad almeno 2.000 persone e secondo l'Alto commissariato Onu per i Rifugiati ha costretto alla fuga centinaia di migliaia di abitanti della regione.
"Kobane è stata liberata il 27 gennaio 2015 dopo una resistenza eroica. Secondo un rapporto dell'Onu solo a Kobane 1.209 unità abitative sono state distrutte completamente e altre 1.169 in modo parziale - ha affermato Saleh Mohamed, co-presidente del Partito Unione Democratico-Pyd, ala politica delle unità combattenti curde - Purtroppo questo rapporto è rimasto lettera morta. Noi, con pochi mezzi, facciamo del nostro meglio per ricostruire quel che ha distrutto l'Isis. Qualche ong ci sostiene, ma dagli Stati ad oggi nessun aiuto. L'Italia ha offerto medicinali ed abbiamo ricevuto promesse di ulteriori aiuti per la ricostruzione e per il ritorno dei rifugiati".
L'Isis oggi ha rilanciato, con tre attentati kamikaze e trucidando oltre venti curdi in un villaggio presso Kobane. Secondo fonti sul posto sentite da askanews, i jihadisti si sono inoltre impadroniti di quattro edifici, dove si sono asserragliati. Non è chiaro da dove siano arrivati i responsabili degli attacchi. I miliziani dell'Isis indossavano uniformi dei peshmerga e si sarebbero infiltrati all'alba dalla Turchia: Ankara ha tuttavia smentito che siano passati attraverso il proprio territorio e su questo punto c'è molta cautela anche da parte curda.
"Stiamo facendo verifiche", ha detto oggi Nissrin Abdullah
giovane donna comandante delle Unità a Difesa del popolo curdo (Ypg),
in visita a Roma. In un'intervista ad askanews, Nissrin ha raccontato la sua personale battaglia contro l'Isis. "Appartengo a una famiglia patriottica. Mi sono arruolata alle prime ore della rivolta della primavera del 2011. Ero giornalista e impegnata per la difesa dei diritti delle donne. C'erano troppe regole e leggi che venivano imposte a noi donne. L'attacco dell'Isis era un vero e proprio stupro. Stupravano le donne non solo materialmente. Tutto il popolo curdo era soggetto a stupro. La spinta che mi ha fatto scattare è stata questa".
Quando parla di Kobane, Nissrin si batte il petto con il pugno chiuso. A salvarci in quei mesi terribili, dice, "è stato l'amore, la determinazione di farcela. Una volta che il dado è tratto, senti che devi farcela". La comandante ha confermato durante una conferenza stampa a Montecitorio che a Kobane sono ripartiti gli scontri con gli uomini dell'Isis. La città, ha raccontato, "è stata attaccata da 100 terroristi", che "si
sono posizionati in diversi punti della città prendendo di mira i civili ed in alcuni casi usandoli come scudi". Ma in parte, ha aggiunto, cercando di rassicurare, "sono stati uccisi" mentre gli altri, "non pochi, sono stati circondati, anche se c'è comunque una situazione di combattimento".
Insomma, Kobane oggi più che mai torna città simbolo della lotta all'Isis, anche se il suo valore strategico è stato messo in dubbio da esperti ed analisti. E dagli stessi Stati Uniti, che hanno indugiato prima di intensificare lo scorso gennaio i raid aerei di sostegno ai combattenti curdi. Per l'Isis, invece, la località è effettivamente cruciale, perché garantisce il controllo di una fascia di territorio lungo la frontiera curda, che permette di infiltrare e far transitare armi e uomini.
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