LA TRAGEDIA
La famiglia di Giada: «Grazie. Ma sia fatta giustizia»
La rabbia dello zio: «Quel giovane non si è costituito. Sorpresi dalla solidarietà giunta da tutt’Italia». L’addio lunedì 19 settembre in Basilica
Un briciolo di sollievo perché il presunto investitore è stato rintracciato, ma anche tanta rabbia perché nonostante gli appelli quel ragazzo non si è costituito.
Nell’appartamento all’ultimo piano della palazzina di viale dei Mille, dove Giada Molinaro abitava con la famiglia, il dolore è dipinto sui volti di tutti, di mamma Stefania e papà Pasquale, dei fratelli arrivati dalla Calabria e dello zio Franco, corso qui dalla Germania.
È proprio lui a parlare coi giornalisti e a fare da parafulmine, in questi giorni in cui l’attenzione sulla drammatica vicenda è massima. I funerali intanto sono stati fissati per lunedì 19 settembre, alle ore 15.30, nella Basilica di San Vittore.
LE PAROLE DELLO ZIO
I genitori salutano garbatamente e ringraziano, ma proprio non se la sentono di parlare. E così è lo zio Franco a spiegare che il presunto responsabile dell’incidente fatale della sera di mercoledì 14 settembre «non ha neppure avuto la dignità di costituirsi: dopo aver fatto quel che ha fatto, si è comportato come se nulla fosse accaduto. Poi è andato in una carrozzeria chiedendo di riparare l’auto, dicendo che aveva investito un cinghiale, mentre si trattava di una ragazza di 17 anni che ora non c’è più».
La voce dell’uomo s’incrina un poco, poi riparte con tono deciso: «Ora chiediamo soltanto che sia fatta giustizia, non vogliamo altro. Questa persona non solo non si è costituita, ma non ha neppure chiesto perdono. E non è giusto».
«STUPITI DA TANTA SOLIDARIETÀ»
Ma oltre alla rabbia e al dolore, c’è lo stupore per l’ondata di solidarietà che l’improvvisa morte di Giada ha innescato in tutt’Italia.
«Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci stanno manifestando affetto in questi giorni drammatici - prosegue zio Franco -. Ora non riusciamo a ringraziare tutti personalmente, ma contiamo di farlo al più presto. L’Italia intera si è stretta attorno a noi e al nostro dolore, e possiamo soltanto ringraziare di cuore. Anche il sindaco di Varese Davide Galimberti ha voluto esserci vicino, venendo a farci visita in ospedale».
Il grazie più grande però va alle forze dell’ordine, che a tempo di record sono riuscite a risalire all’identità di Flavio Jeanne, l’investitore reo confesso.
«Sono stati eccezionali - conclude lo zio -. A partire dalla polizia locale che si è messa subito al lavoro senza sosta e fino ai carabinieri che hanno rintracciato l’auto. Dobbiamo ringraziare tutti e ora chiediamo solo che sia fatta giustizia».
L’ORSACCHIOTTO SULL’ALBERO
Segni tangibili di questa ondata di affetto hanno raggiunto pure il luogo dell’incidente, in viale dei Mille, dove accanto al marciapiede sono comparsi un mazzo di fiori, una candela e un orsacchiotto di peluche, fissato al tronco d’un albero.
L’Associazione famigliari vittime della strada, inoltre, si è offerta di dare il patrocinio legale gratuito ai genitori di Giada. Gesti concreti che commuovono i parenti di Giada.
Ampi servizi sulla Prealpina di sabato 17 settembre.
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