IL CASO
«La Procura chiuda l’indagine su Campiotti»
L’avvocato dell’ex presidente: «Il Consiglio di Stato cita un’inchiesta che è ferma. Si liberi il Molina dalle accuse contro di lui»
Un appello alla Procura della Repubblica di Varese. A lanciarlo è l’avvocato Pietro Romano, legale di Christian Campiotti, l’ex presidente della Fondazione Molina sostituito dal commissario straordinario Carmine Pallino alla fine del 2016, due volte rimesso in sella dal Tar per una settimana, due volte rimandato a casa dal Consiglio di Stato, l’ultima venerdì scorso. «Chiediamo che la Procura - spiega l’avvocato Romano - chiuda l’indagine nei confronti di Campiotti e proceda con una richiesta di archiviazione o con una richiesta di rinvio a giudizio. Entrambe le possibilità ci vanno bene e se dovremo difenderci in un processo lo faremo senza problemi. L’importante è che finisca questo corto circuito assurdo in conseguenza del quale un’indagine per un reato che non esiste, per la quale dallo scorso novembre non è stata più chiesta al gip una proroga, e per la quale c’è stato il sequestro di un pc restituito tre mesi dopo, influenza la gestione della Fondazione Molina».
Il riferimento è al provvedimento cautelare d’urgenza con il quale il Consiglio di Stato, nella persona del consigliere Massimiliano Noccelli, ha accolto venerdì 12 gennaio il ricorso contro la decisione del Tar favorevole a Campiotti e al Cda destituito, presentato dall’Ats Insubria. Nel decreto si legge infatti che va accordata «preferenza all’interesse pubblico tutelato dal disposto commissariamento straordinario, annullato dalla sentenza qui impugnata, sì da mantenere inalterata la situazione gestoria della Fondazione», anche in considerazione «dei delicati profili attinenti all’erogazione del servizio socio-sanitario, oggetto del presente giudizio, e delle ulteriori vicende - e qui è la parte che più interessa a Campiotti e al suo legale - sulle quali risultano essere in corso, peraltro, indagini da parte della competente autorità giudiziaria».
Detto che la camera di consiglio in cui il Collegio del Consiglio di Stato esaminerà nel merito il ricorso dell’Ats è già stata fissata per il primo febbraio, gli strali dell’avvocato Romano si indirizzano dunque contro quelle «indagini da parte della competente autorità giudiziaria» che a dire del legale sarebbero in sostanza su un binario morto. E che in ogni caso, un anno dopo le perquisizioni di cui si è detto, dovrebbero arrivare a una qualche conclusione. «Campiotti è accusato di peculato, quando è ormai evidente che essendo la Fondazione Molina un ente di diritto privato, il presidente non era un pubblico ufficiale a cui si possa contestare questo reato - spiega l’avvocato Romano -. Mentre per quanto riguarda il sequestro di un pc voglio ricordare che è stato restituito tre mesi dopo, evidentemente perché dentro non c’era nulla di interessante per gli inquirenti. Di proroghe d’indagine, poi, dopo quella richiesta al gip il 25 maggio e della durata di sei mesi non abbiamo più saputo nulla. E infine Ats ci accusa di inquinamento e soppressione di prove: ipotesi gravissime che però non hanno avuto conseguenze».
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