BAFF
La prof Pivetti giudica i “corti”
Veronica presidente e regista: «Conta saper raccontare, anche se hai solo 3 minuti». Il debutto in “Viaggi di Nozze”? «Una scuola irripetibile. Carlo è eccezionale»
«A volte uno pensa che fare il regista significhi dilettarsi di inquadrature. Non è così. Si parte sempre dalla parola scritta, solo così si può rendere convincente la storia che si sta raccontando, per quanto sia fantasiosa e assurda».
Su come fare cinema e Tv Veronica Pivetti ha le idee molto chiare. A Roma ha appena terminato le riprese della serie Provaci ancora prof! che tante soddisfazioni le regala dal 2005. E sta per trasferirsi a Torino, città ugualmente protagonista della fiction fondata sull’intuito investigativo di Camilla Baudino, docente dalla vita complicata e combattuta fra l’amore di due uomini. La settima serie andrà in onda a partire da settembre su Rai1.
Veronica, al Baff lei è presidente della giuria del concorso Baff Short Cuts, dedicato ai corti di giovani autori. Si è fatta un’idea di chi votare?
«Non ho ancora visto tutti i cortometraggi, li vedrò domenica quando incontrerò i quindici giurati scelti fra gli studenti dell’Icma. Per quanto ho avuto modo di vedere, dal punto di vista tecnico i prodotti sono molto buoni, il livello è notevole, ma a volte ci sono ingenuità di racconto. Fa parte della giovane età dei concorrenti. La realizzazione è buona, sembrano persone che potrebbero affrontare la professione».
I problemi sono legati alle storie scelte?
«L’autore deve sempre chiedersi cosa voglia dire. Questa chiarezza non si trova sempre, nemmeno nei film che si vedono al cinema. Io resto convinta che tutto parta dallo scritto, senza un buon testo non vai da nessuna parte. Devi prestare grande attenzione a quello che vuoi raccontare, anche se hai tre minuti. Anzi, a maggior ragione se hai pochissimo tempo».
Cos’altro considera in particolare?
«Si deve curare il finale. C’è il vizio di lasciare finali aperti. Sono anche intensi, ma talvolta fanno pensare che uno non sapesse come far finire la storia. Occorre partire da storie convincenti. Una buona sceneggiatura è la partenza fondamentale: ci sono milioni di storie. Anche nella più grande follia, devi saper raccontare».
A Busto, presenta domani il suo libro Mai all’altezza. Come sentirsi sempre inadeguata e felice, edito da Mondadori. Dopo avere affrontato con ironia la depressione, ora sfodera l’arma dell’umorismo davanti ai piccoli grandi traumi della vita: una risata ci salverà?
«L’umorismo è la chiave di tutto. Io sono una grande amante della commedia, penso sia la chiave di lettura della vita, sicuramente della mia. E’ la mia chiave per qualunque cosa. Racconto in commedia storie parallele, penso che l’ironia sia il condimento che rende tutto più saporito. Una condizione che finirà quando io sparirò e spero che questo avvenga fra mooolto tempo».
Il Baff apre stasera con Carlo Verdone. Il vostro Viaggi di nozze del 1995 rimane un film cult. Fosca e il professor Raniero Cotti Borroni hanno segnato la sua carriera?
«Come poche altre cose. E’ stata una concomitanza di splendidi eventi. Era il mio primo film, e questo è importante, poi era bellissimo; veramente molto divertente. Fu campione di incassi dell’anno e lavoravo con uno dei più bravi registi e dei più grandi attori italiani. Carlo è un grande raccontatore di storie, un attore eccezionale. Viaggi di nozze fu un’esperienza che racchiudeva tante esperienze straordinarie. E’ indimenticabile, uno dei punti fermi della mia carriera. Su quel set ho imparato moltissimo. Ero una specie di spugna e lo sono ancora: amo talmente questo mestiere che mi piace continuare a farlo e a imparare. Quello è stato un corso accelerato e ultraprivilegiato di cinema e commedia. Il film era scritto da Carlo con Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, maestri incontrastati, gente che ha scritto Don Camillo per intenderci. Un piccolo capolavoro».
Torniamo alla Tv. La parte della professoressa Baudino le è praticamente cucita addosso...
«Prima esistevano i romanzi e io ero l’interprete. Dalla prima serie è nata una inevitabile simbiosi. Camilla ha avuto la mia faccia, i miei gesti, è mia sorella gemella».
Altri progetti?
«E’ in cantiere un lavoro teatrale. Ne parlerò al momento opportuno. Adesso è presto».
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