IL DISIMPEGNO
La Provincia vende le... ali
Villa Recalcati come il Comune di Busto Arsizio: le azioni di Sea sono in vendita. Obiettivo, incamerare sette milioni di euro
Anche la Provincia di Varese si prepara a decollare lontano da Malpensa.
Così come il Comune di Busto Arsizio ha messo all’asta e piazzato a 600mila euro la propria minuscola partecipazione azionaria in Sea (in pratica lo 0,055 per cento della società), a breve anche Villa Recalcati passerà all’incasso. O almeno ci proverà, con ottime possibilità di successo.
Il malloppo di azioni detenuto dall’ente è infatti più consistente di quello bustocco (sono circa un milione e 600mila, ovvero lo 0,64 per cento del totale) e quindi le previsioni di guadagno sfiorano i 7 milioni di euro. Una somma imponente, frutto della stima effettuata da unadvisor certificato, a cui il presidente Gunnar Vincenzi e la sua squadra si sono rivolti per poter avere una realistica valutazione di mercato di una partecipazione altrimenti difficile da “pesare”, visto che Sea non è quotata in borsa.
Fatto sta che la cifra fissata per cedere il pacchetto azionario al miglior offerente è stata messa nero su bianco e, in effetti, pare assolutamente proporzionata a quella bustocca.
Non male insomma per una realtà che ormai versa in condizioni economiche disastrose, anche se il dispiacere nel dover lasciare il tavolo di confronto della società aeroportuale è ovvio. Magari non ai livelli di Busto Arsizio, che quell’aeroporto l’ha costruito grazie ai propri imprenditori illuminati, ma anche nel caso di Villa Recalcati c’è chi ironizza sullo slogan della “Provincia con le ali”, usate unicamente per trovare denaro.
Il motivo per cui Vincenzi ha deciso di procedere con la dismissione delle quote è duplice.
Da un lato c’è l’ormai arcinota necessità di risanare un bilancio da paura, contando sull’innesto di 7 milioni di euro per tirare decisamente il fiato; dall’altro c’è la più recente legge nazionale che impone a tutti gli enti pubblici di rinunciare a partecipazioni azionarie non strettamente legate alla propria mission.
Quando si parla di Sea, però, è difficile dire se la presenza all’assemblea dei soci sia davvero slegata dalle attività di un ente locale: dal punto di vista della gestione d’esercizio di un aeroporto non ci sono dubbi che un municipio o una Provincia non devono (né saprebbero) metter becco sul funzionamento di Malpensa e di Linate.
Però, come hanno spiegato in molti in questi giorni, c’è anche una valenza strategica da considerare, quando in ballo ci sono le discussioni sulle infrastrutture collaterali e sull’indotto ricadente da partenze e atterraggi. Insomma, qualcosa di più di una semplice nostalgia. E comunque, se la logica desse ragione a chi vende, allora anche il Comune di Milano che è azionista di maggioranza di Sea dovrebbe adeguarsi.
Ma ormai Vincenzi ha deciso: nel piano di riequilibrio dei conti è indispensabile prevedere questa voce in entrata, ben sapendo che i fondi privati dovrebbero farsi avanti per aggiudicarsi la fetta della torta.
Così si lavora per la stesura di un bando d’asta che possa portare a infiocchettare l’introito sotto Natale.
© Riproduzione Riservata