L’AGGRESSIONE
La Stie: «Tristi e preoccupati»
Direttore malmenato da un dipendente, l’amministratore delegato spiega il clima che si respira in azienda
Alla Stie il sentimento dominante è ancora l’incredulità. Lo spiega bene l’amministratore delegato dell’azienda di trasporti di San Vittore Olona, Pierluigi Zoncada, che anche ieri, mercoledì 6 settembre, si è nuovamente recato in ospedale per avere ulteriori notizie sulle condizioni di Vezio Guidobono, il dirigente che proprio oggi, giovedì 7 settembre, compie 53 anni, che rimane ricoverato in coma farmacologico dopo l’aggressione subita dall’altro dipendente Filippo Mazzitelli.
«Siamo tutti costernati e avviliti - ha dichiarato Zoncada - e nessuno avrebbe mai minimamente potuto immaginare quello che è successo. In questo momento siamo tutti vicini alla famiglia della vittima e speriamo che ci siano buone notizie nelle prossime ore».
«È incredibile - ha aggiunto l’amministratore delegato - come le cose possano cambiare da un momento all’altro: fino al giorno prima l’aggressore non era l’aggressore e non c’erano mai stati segnali di tensioni particolari. È chiaro che in una dinamica aziendale possono capitare discussioni e che qualcuno dia o riceva dei richiami. Ma arrivare fino a quel punto per noi rimane qualcosa di inimmaginabile, anche perché entrambi hanno alle spalle una lunga permanenza alla Stie e si conoscevano bene».
Mazzitelli in particolare, 57 anni, responsabile delle rivendite dei biglietti, era stato assunto nel 1990, ben 27 anni fa: «Mai dato problemi in un posto peraltro di una certa responsabilità», rimarca l’ad.
La vittima invece è in azienda dal 2007.
Che cosa sia scattato rimane dunque un mistero. Zoncada ha parlato di «un attimo di improvvisa follia», ma saranno ovviamente le indagini della Procura della Repubblicaa fare luce sull’episodio e sui motivi scatenanti.
Nel frattempo l’arrestato, come prevede la normativa aziendale, è stato sospeso in modo cautelare in attesa che l’inchiesta giudiziaria faccia il suo corso.
È invece ancora presto per sapere se la Stie chiederà di avere qualche ruolo (parte lesa?) nel processo: «Non abbiamo ancora valutato nulla, in questo momento stiamo pensando solo ed esclusivamente alle condizioni del nostro dirigente e vogliamo essere il più vicino possibile ai familiari».
L’amministratore delegato ha infine detto che proprio la famiglia della vittima aveva da subito chiesto una certa privacy, ma data la portata dell’evento la notizia si è diffusa ben oltre i confini locali.
«Si è scatenato il finimondo - ha detto - e ci siamo trovati i riflettori puntati addosso. C’è poco da aggiungere: rimaniamo tristi e preoccupati».
Per i dipendenti e i dirigenti della Stie un vero incubo in cui si sono improvvisamente trovati affondati. Un brutto sogno che si spera possa finire al più presto con buone notizie dal reparto di rianimazione.
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