LA DISCUSSIONE
«La tassa di soggiorno è dannosa»
Federalberghi nettamente contraria all’ipotesi di un contributo obbligatorio per i clienti
«La tassa di soggiorno non è certo un buon benvenuto per chi sceglie di trascorrere qualche giorno a Varese e provincia. Noi siamo assolutamente contrari all’introduzione di questo contributo che riteniamo non abbia alcun senso». Frederick Venturi, presidente di Federalberghi Varese, boccia senza mezzi termini e chiude tutte le porte di fronte alla proposta lanciata da Confesercenti Varese prima della pausa ferragostana, a sostegno dell’introduzione in città di una tassa di soggiorno per i turisti. Ipotesi tra l’altro non disdegnata dal sindaco Davide Galimberti che, pur non inserendola tra le priorità della sua amministrazione, si era dichiarato favorevole ad aprire un confronto sul tema. Ma a mettersi di traverso in maniera netta sono proprio gli albergatori che definiscono la proposta come «fuori luogo e inopportuna». «La tassa di soggiorno ha la caratteristica di appesantire il costo della stanza per gli ospiti - spiega l’associazione in una nota - e di rendere quindi i prezzi meno competitivi creando disparità di condizioni tra gli operatori dei diversi comuni». Insomma, il contributo, seppur basso, sarebbe solo e soltanto uno svantaggio.
Il risultato? Non un incremento del numero di presenze ma, al contrario, il rischio di una marcia indietro. «E non è che non abbiamo esempi davanti a noi - continua il numero uno degli albergatori varesini - Basta guardare cosa è successo a Somma Lombardo. Lì c’è la tassa di soggiorno ma credo che il numero di turisti non sia aumentato di una sola unità».
E poi c’è il nodo cruciale che riguarda le modalità con cui verrebbero spesi i soldi incassati dal Comune. «Come si potrebbero spendere questi soldi ? - incalza Venturi - La cifra sarebbe irrisoria e certamente non sufficiente per progettare interventi realmente utili e che portino benefici concreti al turismo. Teniamo presente che i proventi devono essere destinati unicamente a interventi che rendano più attrattiva la città, con un riverbero più generale sul decoro e la vivibilità. Il tutto però a spese dei soli albergatori». E sono sempre loro, tra l’altro, a metterci la faccia con i clienti.
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