IL CASO
Lara Comi difende i frontalieri
Discriminazioni nei confronti dei lavoratori italiani, l'europarlamentare saronnese invoca giustizia. E lo stesso ambasciatore svizzero, convocato alla Farnesina, critica il Canton Ticino
La convocazione di un ambasciatore straniero è uno dei più simbolici atti di rimostranza nei confronti di un Paese che sta mettendo in atto azioni ritenute “lesive” dal Paese ospitante. E martedì è accaduto che il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise, abbia convocato l’ambasciatore svizzero Giancarlo Kessler per esprimergli la viva preoccupazione italiana per le misure introdotte dalle autorità cantonali ticinesi a carico dei lavoratori frontalieri italiani.
Una mossa inaspettata, che ha avuto ripercussioni anche sul territorio prealpino laddove la tematica è scottante anche se, finora, da Roma i segnali di difesa per i lavoratori frontalieri sono stati nulli o quasi. Ecco perché non vi è da stupirsi del fatto che le reazioni delle istituzioni locali siano contrapposte: «Chiedere ai frontalieri italiani che lavorano in Svizzera l’estratto del casellario giudiziale e dei carichi penali pendenti – dice l’europarlamentare di Saronno Lara Comi - è una provocazione inaccettabile. Il governo del Canton Ticino deve tornare sui suoi passi, è una questione di buon senso oltre che di rispetto dell’accordo europeo sulla libera circolazione delle persone. L’ambasciatore Kessler, convocato a Roma, si è detto d’accordo con l’Italia e ha criticato la decisione ticinese che anche per le autorità federali sarebbe «incompatibile con l’accordo europeo». «Ma questa spiegazione – aggiunge la politica di Forza Italia - non basta, non può finire così. Quell’accordo va fatto rispettare subito: non è un fatto che dipenda dall’accordo tra governo federale svizzero e governo ticinese. Sono quattro anni che denuncio le numerose discriminazioni che i nostri frontalieri subiscono in Svizzera. Porterò nuovamente la questione complessiva al Parlamento europeo, in Commissione e anche davanti alla Corte di Giustizia qualora il problema non venisse risolto. Maroni aveva proposto lo sciopero dei frontalieri. Sono d’accordo che si debba tenere una linea dura, se l’impegno diplomatico non sarà sufficiente è opportuno intervenire con iniziative concrete. Questa misura è ingiusta e umiliante per il nostro Paese. Mogherini faccia sentire la sua voce e cerchi di conquistare un risultato positivo per l’Italia».
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