SERIE D
"Lascio la presidenza"
Gabriele Ciavarrella esce dagli organi direttivi del Varese calcio: "Divergenze con l'attuale maggioranza. Ma non abbandonerò mai la squadra e i tifosi"
Ciavarrella sgancia la “bomba”: "Ieri, alle 18, mi sono dimesso in modo volontario ed irrevocabile dalla presidenza e dal Consiglio di amministrazione del Varese calcio". Erano da poco passate le 12 di sabato 28, ora in cui Gabriele Ciavarrella, presidente del Varese da quel finale di luglio 2015 quando i colori biancorossi furono salvati iscrivendoli al campionato di Eccellenza (l’ingloriosa caduta dalla serie B e i tentativi infruttuosi di mantenere una categoria professionistica erano storia delle settimane precedenti), aveva convocato una conferenza stampa in cui si annunciavano novità importanti in seno alla società di via Manin. Aria di distacco? Tutti gli indizi sono stati puntualmente confermati.
"Avrei preferito tacere, ma il mio silenzio avrebbe provocato un rumore assordante. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità e al mio irrinunciabile principio di trasparenza". Poi, in un crescendo di emozioni, l'ormai ex numero di via Manin ha ripercorso quest'avventura di 18 mesi. Dalla paura di non essere all'altezza dell'incarico all'incontro con la gente, i tifosi e la squadra che hanno fatto accrescere giorno per giorno il suo entusiasmo. "Il Varese è rinato grazie al contributo di imprenditori locali e al significativo sacrificio economico dei tifosi, che ci hanno guidato nel percorso di rinascita della squadra". L'anno scorso la splendida cavalcata in Eccellenza, con la promozione-record in Serie D. Ma qualcosa, a un certo punto, ha iniziato a spezzarsi: "Ho fatto una scelta: ho scelto di essere leale nei confronti della città, della squadra e dei tifosi, ho scelto la linea della trasparenza e della legittimità. Ho scelto di agire guidato dalla morale e dalla passione".
"Oggi, però, mi trovo a non poter condividere un progetto che prescinde dai miei principi". Compagine sociale mutata, cessione di quote, nuova maggioranza, nuovo il modus operandi e le scelte manageriali e sportive: "Vivo la sensazione che lo spirito che ha dato vita al progetto di rinascita sia profondamente mutato, forse non c'è nemmeno più. Mancano sintonia ed empatia tra i vecchi e i nuovi soci. Si sono creati due percorsi inconciliabili, tali da indurmi a farmi da parte, pur di non entrare in conflitto con una linea che potrebbe rivelarsi vincente in futuro. Farmi da parte per agevolare il percorso definito dai soci di maggioranza. Rinuncio a questo incarico, ma non rinuncio al varese. Sarò sugli spalti ad esultare e soffrire al fianco dei tifosi. Enzo (Rosa, ndr) ed io continueremo a vigilare sulle finalità e sulla bontà del progetto. Sempre forza Varese, fino alla fine". E qui si scusa e la voce si rompe mentre gli occhi si velano.
Ma quali sono le differenze di percorso tra nuovi e vecchi soci? "Non abbiamo ancora ben capito i loro fini, mi auguro che si lavori per il bene del Varese". Di sicuro Ciavarrella e Rosa (che restano con le rispettive quote societarie del 14 e 5%, anzi, aggiungono con un malcelato orgoglio, soci fondatori) parlano di problemi di liquidità in seno alla società (il resto delle quote è detenuto da Paolo Basile, 51% e Aldo Taddeo, 29%, oltre all'1% rimasto nelle mani di Piero Galparoli), di "costi attuali e addirittura relativi all'anno scorso che rischiano di riflettersi sulla stagione futura". "Non credo - risponde Enzo Rosa alla domanda diretta di un giornalista - che ci siano pericoli immediati per la prosecuzione della stagione". Ma fa capire che i problemi potrebbero esplodere per il futuro. E lo stesso Ciavarrella parla di "problemi di liquidità (ritardo negli stipendi, ndr) che però Basile ha garantito di sanare entro breve".
Di sicuro oggi, con le dimissioni di Ciavarrella, il Varese dovrà darsi una nuova presidenza e una nuova solidità. Lo stesso ex numero 1 parla dell'intenzione della maggioranza di creare una società parallela che gestisca la fase finanziaria parallelamente a quella sportiva. E proprio questo passaggio (al centro di una riunione del Cda convocata "senza le necessarie formalità di legge con lo scopo di farmi accettare le decisioni da me mai condivise sul futuro della società") sarebbe all'origine dell'addio: "Da imprenditore il mio istinto e il mio sapere mi spingono ad una forma di prudenza forse troppo accentuata. Io sono quello che sposa la filosofia dello "step by step", sono un sognatore con i piedi ben saldi a terra".
Ora il pallino è nelle mani del duo Basile-Taddeo. Che poco dopo la fine della conferenza stampa ha commentato ufficialmente le dimissioni: "Varese Calcio, in merito alle dimissioni del presidente Gabriele Ciavarrella, comunica di prendere atto di tale decisione. I soci di maggioranza Paolo Basile e Aldo Taddeo dichiarano: "Stupiti prendiamo atto di quanto comunicato da Ciavarrella. Oggi, cone è ovvio che sia alla vigilia di una partita, le nostre attenzioni sono tutte rivolte alla gara di domani con il Borgosesia. Lunedí ci concentreremo per trovare, come sempre, la migliore soluzione per il bene del Varese Calcio". Ma di sicuro questa frattura, se non nell'immediato (il futuro della squadra, "domani sarò in tribuna, tra i tifosi", assicura Ciavarrella) fa trasparire con forza dirompente nubi che fino a ieri erano tutt'altro che evidenti.
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