ETICO
Le carte e i giorni di Renzo Ferrari
In oltre cinquant’anni di attività il ticinese Renzo Ferrari ha aderito all’informale, è stato tra gli esponenti della Nuova Figurazione, si è appassionato al simbolismo di Kubin e al surrealismo di Bacon fino ad avvicinarsi all’espressionismo che dialoga coi Neue Wilden tedeschi. Il filo rosso di questo incontentabile (eppure sempre coerente) percorso - iniziato all’Accademia di Brera - è il bisogno di segnare, registrare, giudicare quanto ci accade.
Lo si capisce visitando la mostra «Le carte e i giorni 1958-2016» che la Fondazione Stelline gli dedica, con particolare attenzione alle carte e ai disegni, «diario del mondo» in cui con duttilità e freschezza Ferrari racconta il nostro tempo. Per lui «l’arte non è un fatto stilistico», scrive nel catalogo Skira (con un saggio di Luca Nicoletti) la curatrice Elena Pontiggia, «ma etico. Lo stile, certo, nelle sue opere è cercato, coltivato, approfondito, ma non per un piacere linguistico fine a se stesso, quanto per rendere più penetrante lo sguardo».
Milano, Fondazione Stelline, fino al 31 luglio da martedì a domenica ore 10-20, ingresso libero, info 02.45462.411.
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