L’edilizia? Piano ma riparte
Per troppo tempo - grosso modo dal 2009 - non si sono viste gru nei cieli della provincia di Varese. E, anche là dove c’erano cantieri aperti, spesso tutto è rimasto fermo per anni. Ora, però, finalmente qualcosa si muove e anche per i costruttori varesini il 2016 sembra iniziare all’insegna della fiducia. Niente entusiasmi esagerati, ma dopo sei anni di crisi profonda durante i quali i numeri avevano sempre davanti il segno meno, il nuovo anno dovrebbe segnare una inversione di tendenza. E il solo fatto di vedere un più già apre nuove prospettive.
«Per una volta ci permettiamo di essere fiduciosi - commenta Juri Franzosi,direttore di Ance Varese - e di iniziare l’anno partendo da ciò che c’è e non da ciò che manca. Lo facciamo perché i numeri nazionali ci dicono che l’ultimo trimestre del 2015 si è chiuso con gli investimenti complessivi in costruzioni cresciuti dell’1%. Chiaro che il numero in sè, confrontato con le enormi perdite degli ultimi anni, è pochissimo. Ma ciò che è importante è l’inversione di tendenza».
Il dato nazionale, tra l’altro, si riflette anche sull’andamento locale del settore.
«Non abbiamo ancora i numeri precisi a livello provinciale - continua Franzosi - ma ci siamo già resi conto che sotto la cenere si muove qualcosa. Il mercato si è risvegliato anche sul fronte delle compravendite, con le banche che hanno inaugurato nuove politiche sui mutui».
Insomma, si intravede la luce in fondo al tunnel. E, per la prima volta, la ripresa - seppur timida - riguarda tutta la provincia. Non ci sono zone buie né aree particolarmente brillanti: è un lento rimettersi in cammino che, però, coinvolge tutti.
Da questo punto di vista, Franzosi è convinto che anche i provvedimenti contenuti nella legge di stabilità daranno una spinta al settore.
«Oltre alla conferma degli incentivi per le ristrutturazioni - spiega Franzosi - valutiamo positivamente la detrazione Irpef al 50% dell’Iva per l’acquisto di case in classe energetica A o B. Così come è positiva l’introduzione del leasing abitativo per le giovani coppie, che risolve il problema dell’anticipo per ottenere un mutuo. Senza dimenticare l’intervento sulle tasse per la prima casa. Noi avremmo preferito anche decisioni più marcate, ma ciò che conta è che si è invertita la tendenza. Negli ultimi anni c’è stata una escalation delle tasse sulle abitazioni. Ora finalmente ci si ferma».
Insomma, il quadro è chiaro: ci sono tutte le condizioni per ripartire. Certo le imprese non possono stare a guardare, devono cogliere l’attimo favorevole. «E lo vogliono cogliere - dice ancora il direttore dell’Ance -. C’è una grande voglia di mettersi al lavoro, anche con cambiamenti interni dettati dalle mutate condizioni del mercato: è un processo di cambiamento che in ogni caso è iniziato».
Da parte sua l’associazione, anche per sostenere questo processo, ha aperto tre cantieri di lavoro. Il primo con la Prefettura, per far conoscere ai privati tutti i rischi connessi alla committenza e puntare sulla legalità. Il secondo con l’Unione provinciale degli enti locali per un corso di formazione destinato ai funzionari pubblici in cui ci siano anche le voci delle aziende. Infine, il monitoraggio costante sulla stazione unica appaltante della provincia «che dovrà essere modificata», sottolinea Franzosi.
Poi c’è il fronte pubblico, vale a dire i rapporti con le amministrazioni comunali. E qui, secondo il direttore di Ance, c’è del lavoro da fare.
«Il legame tra incasso degli oneri di urbanizzazione e investimenti degli enti locali è cosa del passato - spiega Franzosi -. Questo sistema non regge più, anche in virtù delle nuove leggi sul consumo di suolo che, di fatto, stabiliscono che non si costruisce più il nuovo ma si ristruttura o si ricostruisce là dove c’era il vecchio. Servono evidentemente dei modelli nuovi. Noi siamo disponibili a sederci al tavolo con tutti».
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