L'INTERVISTA
Legnano "in rosa", sognando la D
La neo presidente Vanessa Paolillo parla del suo ruolo e delle aspettative per la squadra lilla: firmata la domanda di ripescaggio
“Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” scrive il filosofo francese Blaise Pascal nei “pensieri”. Quelle ragioni e quel cuore... lilla che hanno spinto Vanessa Paolillo, 30 anni, laureata in giurisprudenza, a diventare presidente del Legnano.
Una calda notte d’estate del primo giovedì di luglio l’incoronazione. Una predestinata considerato che il papà Gaetano non è solo il patron del Legnano, ma uno che vive da sempre nel mondo di Eupalla? «A me piace il calcio e sono sempre stata milanista, ma credo che per la prima volta nella mia vita martedì 14 luglio non tiferò Milan».Chiaro il riferimento all’amichevole con i rossoneri si Sinisa Mihajlovic che si disputerà al “Chinetti” di Solbiate Arno.
La massima carica cosa sarà per Vanessa Paolillo?
«Un modo diverso per interpretare questo ruolo. Ma sempre dentro i confini, definiti, dello stesso. Mi spiego meglio. La parte tecnica spetterà al nostro d.s. Paolo Guidetti. Io mi occuperò della parte burocratica e amministrativa. La segreterià farà capo a Mario Tajè. Credo che se una società debba essere funzionale e che ogni persona debba avere dei ruoli specifici».
Cosa si sente di dire ai fedelissimi del Legnano?
«Che sono pronta, con i miei collaboratori ad accettare consigli, suggerimenti, idee innovative che possano portare a migliorare questa società. Chiunque volesse parlare con me può scrivere alla mail: segreteriagenarale@aclegnano.com».
Una donna presidente un tempo era una rarità, ora le “quote rosa” anche nel calcio sono sempre più numerose. Vanessa Paolillo come pensa di diversificarsi in questo mondo spesso troppo maschilista?
«Intanto mi sento onorata, felice, orgogliosa di essere la prima donna presidente in 102 anni della storia dell’A.C.Legnano. Nei prossimi giorni incontrerò un’altra donna che considero speciale, che ha pure lei le sorti del Legnano nel cuore. Spero vivamente che, quando io cederò la massima carica, questa donna possa prendere il mio posto. Il suo nome? È prematuro farlo adesso, prima, vorrei che questa persona fantastica lo sapesse da me. Quanto al fatto che nel calcio le donne spesso non sono considerate come meriterebbero non mi pongo il problema, io vorrei essere giudicata per quello che saprò fare, sempre con la nostra squadra, e non parlo solo per la prima squadra».
Par di capire che c’è un progetto sul quale operare.
«Il settore giovanile è per noi basilare. Come quello dei campi di allenamento. Avere un terreno in sintetico ci semplificherebbe molte cose. Diciamo che di lavoro da svolgere ne abbiamo parecchio. Le idee non mancano. La voglia è tanta, anzi, tantissima. Adesso si tratta di far diventare le idee fatti. Le chiacchiere stanno a zero, mi ripete spesso mio padre. Che in pochi mesi al Legnano ha fatto qualcosa di significativo...».
La serie D è uno dei traguardi che la torcida lilla sogna?
«A me non piace sognare. Ma neppure vietare di sognare a chi ha aspirazioni importanti. Il tifoso è giusto che possa sognare. L’amministratore, il presidente o colui che deve gestire dei bilanci non può permettersi di commettere sbagli che possano mettere a repentaglio la vita del club che rappresenta. Noi, però, vogliamo avere legittime ambizioni e faremo di tutto e di più perché il Legnano, i suoi tifosi e questa straordinaria piazza che trasuda di calcio e di storia possa con il suo entusiasmo contagioso far vivere al “Mari” momenti indimenticabile in una storia che nessuno può mettere in discussione».
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