L’INCHIESTA
L’ex sindaco paga. E patteggia
Corruzione e abusi in Comune. Danilo Rivolta: «Chiudiamo questa storia». A breve l’udienza
Compatibilmente con l’agenda del giudice per le indagini preliminari Nicoletta Guerrero, l’udienza potrebbe essere fissata già per la fine del mese, ottobre al massimo.
Intanto, l’ex sindaco di Lonate Pozzolo che lo scorso maggio era stato arrestato con le accuse di corruzione, e abuso d’ufficio si è già portato avanti, mettendo mano al portafoglio e versando i 65mila euro che accusa e difesa avevano stabilito concordando la pena a quattro anni di reclusione, che poi dovrà essere valutata dal gip. Danilo Rivolta, che oggi si trova ancora ai domiciliari, non sarà l’unico a patteggiare. La stessa strada sarà seguita dall’imprenditore Massimo Zocchi, che accusato di corruzione punta a una pena di tre anni.
Tutti gli altri indagati nel procedimento che lo scorso maggio aveva scosso Lonate, allo stato paiono invece intenzionati ad affrontare il dibattimento in aula.
Tutti meno eventualmente Fulvio Rivolta, architetto e fratello del sindaco, oggi anche lui ai domiciliari, per il quale il pubblico ministero Luigi Furno potrebbe chiedere il giudizio immediato.
Danilo Rivolta aveva lasciato il carcere a luglio, dopo un interrogatorio fiume che era durato otto ore. Anche Zocchi aveva parlato a lungo con il pubblico minsistero Furno, con il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana e con il procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico, e a sua volta aveva ottenuto un’attenuazione della misura cautelare passando dagli arresti domiciliari all’obbligo di firma.
Ora entrambi hanno intenzione di chiudere al più presto il conto in sospeso che hanno con la giustizia.
«È stata scelta la strategia del patteggiamento - afferma l’avvocato Felice Brusatori, difensore dell’ex sindaco - perché si tratta della soluzione tutto sommato più opportuna. Allo stato delle cose abbiamo ritenuto sia la strada più indicata, anche perché l’intenzione è quella di chiudere questa storia il più in fretta possibile».
Brusatori non azzarda i tempi dell’udienza in cui Guerrero valuterà la congruità o meno delle pene concordate tra accusa e difesa, ma si augura che possano essere brevi. Anche perché in caso contrario valuterà l’ipotesi di ricorrere al tribunale di sorveglianza per chiedere che il suo assistito possa lasciare gli arresti domiciliari.
Se Zocchi e l’ex sindaco puntano a chiudere la questione il prima possibile, Orietta Liccati (accusata di una sola tangente da 13mila euro), Fulvio Rivolta e gli imprenditori Aldo Sangalli, Gianluca Pinza e Marco Ferrari dovranno a breve decidere la loro linea di difesa.
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