L’EDIFICIO
Liceo Crespi sgomberato? Dietrofront
Summit decisivo in Prefettura: studenti, insegnanti e bidelli possono restare al secondo piano di piazza Trento
A voler cercare nell’opera di Shakespeare il titolo adatto al caso nato attorno al liceo Crespi, dichiarato inagibile dalla Provincia, senz’altro sarebbe: “Tanto rumore per nulla”.
Se qualcuno avesse pensato all’Amleto, Re Lear o altre tragedie, i fatti di ieri, lunedì 9 ottobre, contribuiranno a farlo ricredere subito. Intanto, a differenza di quanto annunciato, il sopralluogo dei vigili del fuoco al secondo piano del distaccamento di piazza Trento, centro della contesa a tre, fra liceo, Comune e Provincia, non c’è stato.
Anzi, s’è venuto a sapere che l’ipotesi era già decaduta nel fine settimana, quando al posto del sopralluogo le parti si sono persuase ad accettare l’invito del prefetto Giorgio Zanzi di raggiungerlo in ufficio a Varese per discutere la cosa.
L’appuntamento è stato preso per la metà del pomeriggio di ieri, quando si è ripetuto a parti allargate l’incontro di due settimane esatte fa, che pareva avere risolto con un nulla di fatto per proseguire la situazione attuale e restando intesi di risolvere i problemi legati alla sicurezza dello stabile nel più breve tempo possibile, senza scombussolare l’attuale logistica della scuola, come sarebbe successo qualora si fossero ridotte più o meno drasticamente il numero di aule a disposizione.
Proprio questa eventualità era tornata a sorpresa alla ribalta la settimana scorsa, per effetto di una lettera firmata dal responsabile dell’Ufficio tecnico provinciale e recapitata a Liceo, Provveditorato (o meglio Ufficio provinciale scolastico), Comune e prefetto, nella quale si chiedeva lo sgombero del piano superiore, dove, si ricordi, venivano accusate carenze nella dotazione antincendio primariamente, più altre di natura strutturale e relative al tetto.
Quella lettera aveva indispettito il sindaco Emanuele Antonelli, che aveva annunciato a brevissimo lo sgombero delle cinque aule usate dai liceali al piano superiore, salvo poi effettuare una parziale marcia indietro anche sulla base delle rassicurazioni ricevute dal presidente provinciale Gunner Vincenzi, il quale, dopo avere appreso della lettera dai giornali, si affrettava a confermare che per lui facevano fede gli accordi presi la settimana prima.
La proverbiale pietra sull’incidente diplomatico è stata però messa solo ieri, quando il nuovo comandante provinciale dei vigili del fuoco Antonio Albanese, la dirigente scolastica Cristina Boracchi, Antonelli, Vincenzi e i rispettivi tecnici, tra cui il responsabile firmatario della lettera della discordia e bersaglio degli strali del sindaco, si sono ritrovati insieme al prefetto per assodare che non sussistono al momento rischi immediati di crollo o altre minacce per l’incolumità degli studenti, sicché tutto va avanti così, senza chiusure, spostamenti e altre sorprese, in virtù della proroga precedentemente concessa e revocata dalla Provincia con scadenza al 31 dicembre di quest’anno.
Da quasi dieci anni, tale proroga viene infatti rinnovata puntualmente senza però preludere come dovrebbe essere all’avvio dei tanto sospirati quanto necessari lavori di adeguamento.
Su questo punto, ora la Provincia non transigerà e, in buona sostanza, la differenza rispetto al pregresso sarà che i lavori dovranno essere fatti e alla svelta, per sanare una situazione che alla luce di quanto emerso ieri, stando alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco, non sarebbe gravissima affatto e potrebbe addirittura essere risolta con un esborso inferiore ai 40mila euro preventivati dal Comune e lontani dagli 850mila euro vagheggiati dalla Provincia.
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