TRIATHLON
Lo sport aiuta a curare le psicosi
Partono in questi giorni dalla Lombardia le diverse attività del Progetto Triathlon per l’integrazione sociale dei pazienti affetti da psicosi, che nella Regione sono più di 80mila, con 2.300 nuovi casi l’anno.
Tornare ad essere indipendenti, ricuperare un posto nella società e nel mondo del lavoro, assicurare l’accesso agli ultimi farmaci oggi disponibili, offrire con le attività sportive un benessere generale a coloro che sono affetti da gravi forme di psicosi sono gli obiettivi di questo Progetto, promosso in tutta Italia da Janssen con la partecipazione di due Società di psichiatria, la Fondazione Itaca e l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna.
«Nel nostro Paese - fa notare Paolo Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria - solo 1 paziente schizofrenico su 3 viene diagnosticato in tempo e soltanto la metà segue con costanza una terapia. A fronte di una domanda di salute mentale in continua crescita, dobbiamo constatare un progressivo impoverimento delle risorse disponibili, soprattutto quelle umane».
Sulla base di quanto emerge in questo quadro l’attività fisica può diventare uno strumento efficace anche nel recupero di soggetti che si trovano in situazioni ormai compromesse. Numerosi studi hanno dimostrato che praticando sport come il nuoto, la bicicletta e la corsa si riesce a controllare meglio i sintomi e le conseguenze della psicosi.
Il Progetto Triathlon della Regione Lombardia coinvolgerà nei prossimi mesi più di 3mila medici specialisti e operatori sanitari di 37 Dipartimenti di salute mentale, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Con un programma di recupero funzionale i pazienti psicotici vengono impegnati in discipline sportive, divisi in squadre come in un campionato, con gare finali e coppe per i più meritevoli. (g.c.s.)
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