IL CASO
Lucciole, nuova invasione
Prima dall’Africa, ora dall’Est: dopo un periodo di minori presenze grazie ai tanti controlli, la ripresa. Rogora: «Battaglia continua per togliere queste schiave dalle nostre strade»
La battaglia contro la prostituzione è senza fine. Specie quella sul Sempione, al confine con Gallarate, per una presenza comparsa quattro anni fa e mai debellata.
«Ce l’abbiamo messa tutta, trovando ogni stratagemma possibile per sradicare il fenomeno», dice sconsolato ma non disposto a fermarsi l’assessore alla sicurezza Max Rogora. D’altronde l’eliminazione del meretricio dalle strade di periferia era uno dei suoi progetti inderogabili il giorno in cui ricevette l’incarico. «Per ora non ci sono riuscito, anche perché si tratta di una situazione complessa, con le leggi che non giocano dalla nostra parte. Oltretutto sappiamo bene che ci troviamo a fare i conti con delle schiave che vengono gestite con violenza per sfruttarle, quindi per bloccare il fenomeno non basta fare controlli e portarle in comando per il riconoscimento».
Va anche detto che l’impegno della polizia locale che smista sanzioni pesanti e imbarazzanti a chi si ferma per caricare le prostitute, con il pretesto dell’intralcio alla circolazione, qualche effetto l’aveva pure dato. «Ma se per qualche mese il numero delle africane presenti sulle strade cittadine è diminuito, grazie anche al pressing asfissiante che abbiamo attuato a ripetizione in collaborazione con le altre forze dell’ordine, ora c’è una nuova ondata», continua l’assessore. «Nell’ultimo periodo sono infatti spuntate un sacco di ragazze dell’Est, slave, albanesi e rumene». Un insediamento, legato ovviamente alla spartizione del territorio da parte della malavita, che ha causato anche un avvicinamento notevole al centro abitato bustocco. Non sono più gli spiazzi accanto alle attività commerciali i punti ideali in cui le sfruttate sono costrette a mettere in vendita i loro corpi, «ormai la rotonda di via Dei Sassi è diventata un luogo fisso in cui stazionano».
Allo stesso Rogora è capitato di incrociarle l’altra sera: «Stavo portando mia figlia al pronto soccorso e siamo passati da quella rotatoria, non è stato facile spiegarle cosa ci facessero lì a mezzanotte quelle signorine. È ormai troppo grande per credere alla storiella che stanno aspettando l’autobus...».
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