M5S
M5S in tensione su candidati sindaco. Bedori: a Milano corro io
Lombardi: "Progetto non cambia ma nuove regole per essere eletti"
Roma, 28 gen. (askanews) - Ci sono due Movimenti 5 stelle oggi, o forse solo due volti della stessa realtà. Uno è impegnato, ventre a terra, nello scontro polemico con il Pd, l'altro in una tesissima contesa interna sul futuro degli assetti di potere. Lo scontro si avvita sulle candidature per le prossime amministrative. A Roma, racconta un attivista, "ci sono tre candidati per la corsa da sindaco, uno sponsorizzato da Roberta Lombardi, uno da Di Battista e un altro dalla Taverna. Alla fine forse si metteranno d'accordo. Forse". Per ora le fonti ufficiali del Movimento da giorni garantiscono che il nome del candidato per la capitale sarà reso noto entro metà febbraio, al termine di una selezioni "progressiva": prima i candidati consiglieri, poi i volti di punta tra i quali gli iscritti sceglieranno il potenziale sindaco. Intanto il M5S, che era molto ben piazzato nei sondaggi, ora è addirittura in ritardo rispetto alle candidature del Pd (Roberto Giachetti) e della sinistra (Stefano Fassina).
"Non è mai stata messa in dubbio la mia candidatura, nessuno mi ha mai chiesto di fare un passo indietro: questa news è partita da Roma e io la smentisco, e non è mai partita dal Movimento 5 stelle": così Patrizia Bedori, candidata alla poltrona di sindaco di Milano, ha negato che lo stratega M5S Gianroberto Casaleggio stia facendo pressioni per farla ritirare dalla corsa. "Ci siamo visti in tutto 4 volte e ci sentiamo per parlare della campagna", ha spiegato, ammettendo però la necessità di dare una svolta alla sua comunicazione. Ma la serenità ostentata da Bedori non riflette gli umori nemmeno troppo sotterranei che si agitano nel movimento: "Non escludo - racconta una fonte parlamentare - che alla fine le facciano una trappola e le tocchi un'espulsione. Per Casaleggio questa Bedori è una sprovveduta e non aveva gradito nemmeno il sistema delle primarie" in un luogo fisico invece che on line. Almeno sull'obiettivo di rimuovere Bedori, le fonti stellate concordano sul fatto che Casaleggio sarebbe in sintonia con i big del direttorio, indebolito dal caso Quarto ma deciso a farsi valere nella scelta dei nomi per le principali candidature alle comunali.
"La Bedori la descrivono come una scappata di casa, una che si veste male... Ma noi non eravamo quelli che a queste cose non badavano?", si chiede un esponente settentrionale del movimento.
Il guasto, sussurra a mezza voce, "sta nel fatto che ci sono persone scelte un po a caso, guardando solo all'aspetto mediatico, che sono diventate troppo potenti. La vicenda di Milano rispecchia questa cosa: la candidata, in sostanza, è accusata di non essere abbastanza telegenica". Insomma, il M5S come una grande agenzia di casting politico. La soluzione?
"Bisogna dare un paio di 'botte' al Movimento, ritornare allo spirito delle origini togliendo peso a qualche persona troppo visibile". Nel mirino c'è soprattutto Luigi Di Maio, candidato premier in pectore e uomo immagine di punta insieme ad Alessandro Di Battista. Ma Roberta Lombardi, uno dei big riconosciuti del M5S, non ci sta: "Il gruppo che collabora alle decisioni - dice - si sta allargando, Beppe è sempre meno in prima linea e anche Casaleggio lascia spazio. Ma solo persone che non vivono calate nella realtà non capiscono che ci stiamo evolvendo e che il progetto è sempre lo stesso". La storica prima capogruppo M5S alla Camera ammette che "c'è una riflessione" che potrebbe portare anche a cambiamenti organizzativi e spiega che "dopo Quarto stiamo lavorando per una scelta dei candidati più approfondita, anche rendendo nota la loro storia di impegno civico o politico e prepariamo un codice etico molto più stringente". I candidati dovranno garantire "sul modello del questionario per chi sbarca negli Stati Uniti, di non avere rapporti con tutta una serie di realtà...". Difficile dire oggi se questo potrà bastare a evitare nuove lacerazioni interne in vista delle amministrative e nuovi incidenti di percorso fra gli eletti sul modello di quanto accaduto a Quarto e non solo.
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