SACRO MONTE
«Ma il doppio bus non basta»
I residenti: serve molto altro per rilanciare le presenze nel borgo
Incentivo del mezzo pubblico e disincentivo all’utilizzo di quello privato: giunge al Sacro Monte l’eco della notizia annunciata due giorni fa dal Comune del raddoppio, nelle domeniche e giorni festivi, delle corse della linea C, nel tratto che dallo stadio, punto in cui i visitatori possono parcheggiare l’auto, va in direzione del borgo, fino a piazza Vellone, dove poi è possibile proseguire in funicolare, non dimenticando la possibilità di salire a piedi attraverso il viale delle Cappelle.
Chi gestisce esercizi commerciali, attività turistiche o chi invece è il detentore dell’aspetto sacro del luogo, i pareri sono contrastanti.
A parlare per primo è monsignor Erminio Villa, arciprete del Sacro Monte, che pone l’accento sul calo del numero dei visitatori: «Tutto ciò che viene fatto è un bene, ma noi abbiamo sofferto per la frana, le presenze sono state finora molto meno del solito. Inoltre, non dimentichiamo le differenti fruizioni che caratterizzano questo luogo sacro. L’incentivo all’utilizzo del mezzo pubblico va bene per chi deve fare una gita, ma per chi va alla messa non direi, sono due bisogni diversi, io gradirei che si tenessero presenti tutte le situazioni. Tra gli operatori turistici, diversi sono gli stati d’animo.
Non completamente contrario è Riccardo Santinon, ex assessore della giunta Fontana che da giugno ha preso in gestione il Borducan: «Da esercente pubblico dico che sono benvenuti gli esperimenti. Non bisogna però fare le cose a metà, noi lavoriamo molto anche di sabato, che attualmente è un giorno scoperto dal servizio. Sono andati via giusto oggi una coppia danese che ha lasciato l’automobile al parcheggio e ha sempre girato in pullman».
Nettamente contrari invece al ristorante Milano, in particolare Vittoria Pol, che da 53 anni gestisce il locale: «La nostra clientela arriva da fuori città, me lo dice lei come fa a sapere che bisogna lasciare l’auto al parcheggio dello stadio e che ci sono i collegamenti con il trasporto pubblico? E anche a trovare il parcheggio stesso, non conoscendo la città? L’idea va sostenuta con una comunicazione efficace e una segnaletica verticale chiara e adeguata fin dall’autostrada, poi si incentivano i trasporti. Siamo stufi di essere presi per i fondelli». Ritornano spettri di un passato lontano: «Sembra di essere tornati agli anni 90 con Fassa – fa eco un suo dipendente – quando si tentò un esperimento simile, fu un disastro, il 60% in meno dell’incasso al sabato e alla domenica».
C’è anche chi è invece favorevole: «L’ampliamento dei servizi – commenta Maria Albeni di Archeologistics che gestisce i musei nel borgo e alla prima Cappella – può essere uno strumento per rendere più accessibile il borgo. Anzi, i gruppi turistici chiedono di salire in funicolare, che è molto suggestiva. Ridurre le attese e garantire un servizio continuativo è dunque una decisione che potrà portare dei risultati».
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