Inchiesta Roma
Mafia Capitale, pm chiedono 515 anni per 46 imputati
"Dichiarare Carminati un delinquente abituale"
Roma, 27 apr. (askanews) - "Le plurime azioni criminose collettive, che si collocano in quadro associativo, nel cui ambito hanno interagito 19 imputati, e i motivi a delinquere - riconducibili esclusivamente all'arricchimento economico, attraverso il metodo mafioso - devono ritenersi idonei a valutare i fatti commessi come di particolare gravità e gli imputati portatori di una spiccata capacità a delinquere". Così scrivono i pubblici ministeri nel documento con il quale hanno formulato le loro richieste davanti ai giudici della X sezione penale del tribunale di Roma nell'ambito del processo 'Mafia Capitale'. Sono dure le pene proposte. Per il maggiore imputato, l'ex terrorista nero Massimo Carminati, si chiedono 28 anni di carcere e 2 anni di misura di sicurezza in una colonia agricola. L'ex Nar esulta alzando le braccia alle richieste, ma incassa il colpo. I pm Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, con il procuratore aggiunto Paolo Ielo, sollecitano che la corte non conceda le attenuanti generiche a nessuno degli imputati se non a Luca Odevaine che ha sostanzialmente ammesso le proprie responsabilità e cercato di avviare un percorso di collaborazione con gli inquirenti, passato anche ad una condanna a 2 anni e 8 mesi con un patteggiamento in procedimento stralcio.
Per il cosiddetto 'ras delle cooperative' si chiedono 26 anni e 3 mesi di carcere. 19 anni e 6 mesi per Luca Gramazio, ex consigliere prima del comune di Roma e poi della Regione Lazio, e 21 anni per Franco Panzironi, ex Ad di Ama. In totale sono 515 gli anni di carcere chiesti per i 46 imputati. Carminati e gli altri 18 imputati ai quali la procura contesta il 416 bis, si legge nel capo di imputazione, sono accusati di "aver fatto parte di un'associazione di stampo mafioso operante a Roma e nel Lazio, che si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dell'omertà che ne deriva per commettere delitti di estorsione, usura, riciclaggio, corruzione di pubblici ufficiali e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici". Nei confronti di Carminati i pubblici ministeri hanno anche chiesto la confisca delle opere d'arte che gli sono state sequestrate e, in quanto delinquente abituale, la misura di sicurezza di due anni da scontarsi nella colonia agricola o in una casa di lavoro.
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