SHOPPING COMPULSIVO
Malati di acquisti esorbitanti
Dipendenze non solo dadroga e alcol: all’Asst Sette Laghi i primi casi, almeno una trentina in cura
Dilapidare intere fortune o semplicemente tutti i risparmi familiari per accaparrarsi la borsa firmata da tremila euro e il cappottino indossato anche dall’attrice hollywoodiana.
Le stime dicono che siano migliaia nel territorio provinciale a soffrire di forme più o meno celate di shopping compulsivo, ma quelli che arrivano a farsi curare ufficialmente, dal servizio sanitario regionale (si paga il ticket per i trattamenti, la procedura di presa in carico è gratuita) sono stati una trentina nel giro di un paio d’anni, numero nel quale è compreso chi ha dipendenza da tecnologie digitali. Eppure nell’arco di un quinquennio, le cosiddette “altre dipendenze” rispetto ai classici alcol e droga hanno fatto passi da gigante sulla strada del riconoscimento della sanità pubblica e dunque dell’aiuto offerto ufficialmente. A Varese il SerT del capoluogo in particolare (le altre sedi sono a Tradate, Arcisate e a Cittiglio) offrono supporto a chi si presenta per chiedere aiuto dalla dipendenza agli acquisti. Si compera di tutto, oltre le proprie possibilità economiche e soprattutto oltre le proprie necessità. Si sperpera denaro. I love shopping, dicono molti (e , soprattutto, molte). Ma qual è il limite oltre il quale si cade nella malattia? La linea di demarcazione è sottile e ci vogliono medici e psicologi (insieme alla struttura composta da infermieri, educatori professionali, assistenti sociali, in tutto meno di una cinquantina di professionisti sul territorio dell’Unità operativa di Prevenzione e cura delle condizioni di dipendenza dell’Asst Sette Laghi). «Oggetti superflui o del tutto inutili, questo è il denominatore comune degli acquisti di natura patologica - dice Claudio Tosetto, responsabile del servizio di cura delle Dipendenze -. Si tratta di acquisti che non riflettono i gusti abituali dell’acquirente e fanno andare in rosso i suoi conti». Quando si tratta di donne, gli acquisti si focalizzano su abbigliamento e gioielli, per gli uomini di solito si tratta di comperare invece telefonini o computer o altri dispositivi elettronici. «Vengono riconosciute due forme di consumo patologico - prosegue il dottor Tosetto - e cioè la consumopatia abusiva, la dedizione esagerata agli acquisti come sintomo di un disturbo psichico di natura patologica come una demenza, una depressione o un delirio schizofrenico e la consumopatia da dipendenza: in questo caso la dedizione esagerata agli acquisti è collegata al mancato controllo dell’impulsività».
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