IL PROVVEDIMENTO
Malerba “placcato” dal Consiglio
Passa la censura contro il presidente delle assise comunali. M5S all’attacco del centrosinistra
Un placcaggio politico a Stefano Malerba che però non ha atterrato chi lo ha voluto quale presidente del Consiglio comunale. Ovvero il sindaco Davide Galimberti e la sua maggioranza, che però del primo tonfo istituzionale porta le conseguenze della botta. Se saranno lividi riassorbibili in fretta rimarginabili o crepe critiche, lo si scoprirà in futuro.
La mozione di censura nei confronti dell’esponente della Lega civica, che riveste la massima carica consiliare, è dunque stata votata a maggioranza nella tarda serata di martedì 29 novembre, dopo che le assise civiche avevano discusso il provvedimento richiesto da Paolo Orrigoni.
Il motivo?
Il fatto che Malerba avesse sconfinato dai suoi compiti istituzionali per rispondere alle critiche politiche mosse nei confronti suoi e della Lega Civica e del ruolo giocato dalla stessa Lega civica nell’assetto degli equilibri di governo della città.
Quindici sono stati i consiglieri che hanno votato a favore della censura e tra questi spicca Fabrizio Mirabelli (Pd), voce fuori del coro della maggioranza che sostiene il sindaco Davide Galimberti anche sul caso Molina. Tre sono invece stati i voti contrari, undici gli astenuti e due i consiglieri usciti dall’aula per non votare, entrambi esponenti di Varese 2.0, i quali hanno però dichiarato d’essere pronti in ogni momento a togliere il supporto alla giunta nel caso fossero dimostrati i paventati «accordi sottobanco tra il sindaco e la Lega Civica».
Più caustico l’intervento degli attivisti dei Cinque Stelle.
Con le sue dichiarazioni - scrivono in una nota - «Malerba si è reso responsabile di comportamenti non consoni al ruolo ricoperto, quali le uscite sulla stampa davvero infelici (indegna quella su Andrea Badoglio).
La censura - così M5S - non implica le dimissioni di Malerba da presidente (anche se sarebbero gradite: è indifendibile), il quale ha ricevuto l’astensione degli esponenti del Pd (a eccezione di Mirabelli), ulteriore segno di un accordo di intenti esistente con Lega Civica.
Fanno poi quasi tenerezza gli esponenti di Varese 2.0, che ancora si ergono a garanti che questo accordo non ci sia (o non ci sia stato), senza il minimo dubbio: noi ne avremmo, invece.
E sul Molina - si chiedono in Cinque Stelle -, tema caldo del momento? Nemmeno una parola. Strano davvero. Ma non parliamo di accordi, perché non ce ne sono».
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