SALUTE
Mamme anziane d'Italia
Il Paese delle gravidanze tardive
Sono sempre più «anziane» le mamme italiane, che continuano a fare pochi figli e ancora troppo spesso partoriscono con taglio cesareo. Ma a preoccupare è che, ancora oggi, un parto su 10 avviene in punti nascita «a rischio» e al termine di una gravidanza molto medicalizzata, durante la quale, in media, ogni donna si sottopone a cinque ecografie, quando normalmente se ne consigliano solo tre. A fornire il quadro di come si nasce in Italia è il Rapporto annuale sull’evento nascita, realizzato dal ministero della Salute, che illustra i dati rilevati nel 2013 dal flusso informativo del Certificato di assistenza al parto (CeDap). Basato sui dati di 526 punti nascita, il rapporto mostra il continuo calo del numero medio di figli per donna, arrivato a 1,39 nel 2013, rispetto a 1,46 del 2010. Le Province autonome di Trento e Bolzano mostrano livelli più elevati di fecondità, mentre le regioni meno prolifiche sono Sardegna, Basilicata e Molise. L’età media delle mamme italiane si avvicina sempre più ai 33 anni (32,7), e il numero delle nascite continua a calare, attestandosi a 512.327, così come cala quello dei parti, 503.272. In particolare, uno su cinque riguarda madri di cittadinanza non italiana, ma in regioni come Emilia Romagna e Lombardia questa percentuale arriva al 30%. L’8,6 per cento delle donne mette al mondo figli in punti nascita «a rischio», quelli in cui si effettuano meno di 500 parti annui, soglia minima, secondo l’Oms, affinché la struttura possa essere considerata sicura. Altro aspetto che preoccupa gli esperti è la percentuale di cesarei, pari al 35,5 per cento dei parti, con picchi del 53,8 nelle case di cura private. Dal punto di vista geografico, alla Campania resta la «maglia nera», con cesarei a quota 59 per cento. A destare allarme, in un periodo in cui le prestazioni inutili sono nel mirino, sono anche le troppe ecografie, spesso non necessarie. «I dati rilevati - si legge nel rapporto - evidenziano ancora il fenomeno dell’eccessiva medicalizzazione e del sovra-utilizzo di prestazioni diagnostiche in gravidanza», tanto più che «il numero di ecografie effettuate non appare correlato al decorso della gravidanza». Se alcune donne si controllano troppo, altre lo fanno troppo poco, in genere le più giovani. In particolare il 3,8 per cento delle madri al di sotto dei 20 anni non fanno controlli e il 13,7 li fa tardi (la prima visita oltre l’11° settimana di gestazione). L’88,3 per cento dei parti, ma con ampia variabilità regionale, avviene negli ospedali pubblici o convenzionati; l’1,66% delle gravidanze è frutto della procreazione medicalmente assistita.
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