Manager della sanità: bocciati eccellenti
Definirlo un terremoto nel mondo della sanità lombarda (e varesotta) è dire poco. Una scossa tellurica determinata dall’esito del quizzone per le nomine dei futuri manager di Asst e Ats, i cui esiti sono negativi per più della metà dei direttori generali che hanno sinora gestito aziende ospedaliere e aziende sanitarie locali. Bocciature clamorose che riguardano addirittura un ex assessore della giunta di Roberto Maroni, la varesina Maria Cristina Cantù, che ha persino contribuito in prima persona alla stesura della riforma sanitaria.
«Non idonea» è il parere della commissione dei tre saggi, tutti accademici, che hanno esaminato i duecento dirigenti sottoposti ai test psicoattitudinali, formando una short list con cento nomi.
«Non idoneo» anche Armando Gozzini, dg a Busto Arsizio, che solo settimana scorsa era risultato in cima alla speciale lista redatta dalla Regione: primo in Lombardia per il raggiungimento degli obiettivi gestionali. Nonostante simili premesse, né Gozzini né la Cantù hanno superato la prova scritta di sabato l’altro. Loro, assieme a una folta schiera di colleghi in prima fila in ospedali e Asl da parecchi anni, rimarranno fuori; meglio, dovrebbero rimanere fuori dalla nuove nomine, in programma entro Natale.
Forse c’è qualcosa che sfugge in tutto questo. O forse è vero che una cosa è la teoria e un’altra la pratica. Resta il fatto che il governatore Maroni, il quale gestisce l’interim delle deleghe regionali alla Salute, abbia inteso evitare le solite modalità e le conseguenti polemiche sulla lottizzazione dei manager. E in scia anche ai suggerimenti delle opposizioni, e all’indomani dell’inchiesta giudiziaria che ha portato in carcere l’ex assessore Mario Mantovani, ha deciso di procedere a una selezione sulla base di test preventivi. Se manterrà le intenzioni ci troveremo di fronte a una vera svolta, con la politica costretta formalmente a un passo indietro rispetto alle pressioni per far nominare questo o quell’altro direttore.
Ma con molti dubbi aperti sulla reale affidabilità dei test. Al punto che alcuni degli esclusi pare stiano già pensando di agire di conseguenza con ricorsi o cause amministrative non meglio definite. Insomma, sono pronti ad aprire un contenzioso con la Regione.
«Se siamo stati ritenuti capaci, e per più mandati, di amministrare le strutture sanitarie non si capisce che cosa abbia ora determinato un giudizio negativo sulla nostra affidabilità manageriale» sostengono. Qualcuno tra loro, come lo stesso Gozzini, fa invece appello al buon senso di Maroni per un ripescaggio: «I test hanno certamente valore, ma più ancora credo faccia fede il lavoro svolto sul campo».
Nel frattempo si fa la conta dei promossi e dei bocciati. E c’è chi, scorrendo l’elenco dei cento risultati idonei, evidenzia come Lega nord e componente ciellina abbiano in corsa numerosi manager a esse contigui. Quasi scomparsi esponenti da ricondurre a Forza Italia. Effetti di un giudizio imparziale? Chissà. Intanto va segnalato che per quanto riguarda Varese hanno superato la prova Callisto Bravi e Paola Lattuada, rispettivamente a capo del Circolo e della Asl. Dentro anche la direttrice amministrativa dell’azienda ospedaliera di Busto, Elisabetta Fabbrini. Fuori la direttrice sanitaria di Gallarate, Giuseppina Ardemagni e il suo omologo bustese Roberto Cosentina. Non ha partecipato ai test Humberto Pontoni, dg a Gallarate: a fine mese andrà in pensione.
Da segnalare l’esito positivo di Carlo Nicora, dg all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, Marcello Acciaro, fino a qualche mese fa direttore medico di presidio a Gallarate, a cui non era stato rinnovato l’incarico. Tra i varesini, promosso Marco Onofri, dg al Sant’Anna di Como, Giuseppe “Gege” Rossi, a capo del polo ospedaliero di Lodi, Alessandro Visconti, già direttore generale degli Irccs di Milano poi chiamato a Palazzo Lombardia tra i vice segretari generali. Acciaro, Onofri, Rossi e Visconti, assieme a Paola Lattuda, tutti nell’orbita leghista. Nell’elenco degli esclusi troviamo Pierluigi Zeli, che gestì l’Asl di Varese (ora è al Besta di Milano), Simonetta Bettellini, già direttrice sanitaria a Gallarate e attuale dg al San Gerardo di Monza, Giorgo Scivoletto, a capo dell’Asl di Legnano. Fuori anche Enzo Brusini, manager al San Paolo con ampi precedenti dirigenziali sia a Gallarate sia a Busto Arsizio. Insomma, una strage.
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