L’INCUBO
Manette allo stalker di Lara Comi
Dopo mesi di persecuzione arrestato il quarantasettenne veneto: «Minacciava la mia serenità»
Il divieto di avvicinamento a Lara Comi non gli aveva fatto né caldo né freddo. Anzi, per tutta l’estate Giovanni Bernardini ha continuato a molestare l’europarlamentare attraverso messaggi sui social network. E venerdì 22 il quarantasettenne di Jesolo è stato arrestato dalla polizia. «Speriamo resti dentro per un po’», auspica Lara Comi. «Purtroppo da mesi e mesi minacciava la mia serenità e la mia libertà. Desidero ringraziare la polizia che mi è sempre stata vicina, con in particolare il prefetto Franco Gabrielli, la procura di Lecco che si è attivata subito con il provvedimento di arresto e quella di Busto Arsizio. Almeno so che il weekend lo passerò serenamente», commenta. Proprio mentre scattavano le manette, Lara era allo stadio per assistere a una partita di beneficenza contro la violenza sulle donne. «Per me ha una doppia valenza, è un segno importante». E il vice capogruppo del Partito popolare europeo osserva: «Purtroppo la cronaca di questi giorni continua a offrire storie terribili, finite in tragedia. Per questo il mio impegno per una nuova cultura del rispetto delle donne e per la piena applicazione delle norme contro la violenza continuerà con maggior forza».
«Per te sono disposto a tutto, anche ad affrontare il carcere pur di affermare il mio amore, Gesù Cristo è morto per questo», le scriveva Bernardini e ora è stato accontentato. La sua ossessione patologica lo ha portato proprio dietro le sbarre. Il calvario di Lara Comi iniziò ai primi di gennaio, dopo un evento pubblico nelle Marche a cui partecipò anche il suo stalker. Il quarantasettenne cercò in tutti i modi di reperire un contatto e ci riuscì. Dapprima le manifestò tutta la sua ammirazione politica poi però arrivò il primo mazzo di fiori con tanto di dichiarazione d’amore appassionata, amore subito stroncato da lei, che fu molto chiara nel respingerlo. Ma non servì a nulla. Perché il veneto partì con un martellamento di messaggi: «Ti amo, brucio di desiderio per te, divampo come un incendio inestinguibile, stellina mia, sei la mia rosa, il mio giglio, vorrei fare l’amore solo con te, vengo a trovarti a casa». E fu proprio quando si recò dal fiorista di Saronno a chiedere l’indirizzo di Comi che apprese di essere monitorato dai carabinieri. Esterrefatto, si recò in caserma per chiedere spiegazioni e alla fine della conversazione con i militari promise di non persistere. Peccato però che pochi giorni dopo gli stessi carabinieri lo fermarono per un controllo a Saronno, a bordo della sua auto: all’interno aveva un pacco che racchiudeva un anello di diamanti, un tappeto, una confezione di dolci e una cassa di bottiglie pregiate. «È tutto per Lara», ammise ai militari. Ad aprile venne interrogato dal pm Luigi Furno e si disse persuaso a mettersi il cuore in pace. Invece continuò a partecipare alle manifestazioni di cui l’eurodeputata era ospite, incurante dei chilometri da macinare, a inviarle messaggi vocali, a proporle matrimonio e figli. Sicché la polizia raccolse gli elementi necessari per chiedere un’ordinanza restrittiva al gip Nicoletta Guerrero, che la emise a giugno. Ma neppure questo è bastato per fermare lo stalker, solo le manette forse ci riusciranno.
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