L’INDAGINE
Marilena uccisa, caccia al secondo uomo
Clericò non risponde al gip ma conferma d’aver ricevuto cadavere e minacce: «Sotterrala o uccido tuo figlio»
S’è avvalso della facoltà di non rispondere Vito Clericò, il sessantacinquenne accusato dell’omicidio di Marilena Rosa Re. Difeso dall’avvocato Daniela D’Emilio, ieri, mercoledì 13 settembre, è comparso davanti al gip Nicoletta Guerrero ma ha preferito non ripetere il cumulo di versioni inverosimili raccontate agli inquirenti il giorno del fermo. E la sensazione che ci sia ben altro dietro quanto emerso finora è sempre più netta.
Perché se è improponibile la tesi dello sconosciuto misterioso che si presenta al suo cancello con un cadavere nudo e senza testa, è anche vero che un terrore genuino gli si dipinge sul volto mentre ricostruisce i fatti. Forse un altro uomo c’è. E lui potrebbe conoscerlo bene.
Agli investigatori avrebbe dichiarato nel pianto di aver accettato di seppellire il corpo della promoter cinquantottenne per paura delle conseguenze.
«Quell’uomo mi ha detto che se non lo avessi fatto, avrebbe fatto fare la stessa fine anche a mio figlio, ero terrorizzato. Io non avrei mai fatto del male a Marilena, mai».
Agli inquirenti ha confessato solo l’occultamento del cadavere, scendendo nei dettagli: per insaccare il corpo nel cellophane dovette piegarlo e spezzare le ossa della schiena.
«Per farla entrare nella buca ho dovuto spezzarle le gambe», disse.
Ammissioni non da poco, che comunque non lo pongono sotto una buona luce. Perché ostinarsi a negare l’omicidio se tanto ogni evidenza probatoria va contro di lui?
Che stia proteggendo qualcuno di cui non intende svelare l’identità?
Il sospetto è forte ed è anche in questa direzione che si stanno muovendo i carabinieri di Busto Arsizio e Varese coordinati dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro.
Non è da escludere che nei prossimi giorni Vito Clericò venga riascoltato dagli inquirenti.
Come è ormai noto, la cinquantottenne era scomparsa da casa il 30 luglio senza lasciare alcuna traccia di sé. Quella notte il marito Carlo Buzzi era rimasto a dormire a Garbagnate, a casa della madre anziana e malata.
Al mattino la donna prese un passaggio da Clericò per essere accompagnata proprio a Garbagnate e lì lasciata, in piazza. Questo almeno è quanto dichiarato dall’indagato e corrisponde ai suoi spostamenti intercettati attraverso il cellulare.
Secondo il pensionato i due non si sarebbero più rivisti, salvo ricevere la visita dello sconosciuto con i resti senza testa dell’amica.
A parere degli investigatori invece Clericò avrebbe ammazzato la promoter, poi l’avrebbe trasportata fino al suo orto di Garbagnate e lì sepolta. Movente?
Il denaro che lei gli aveva affidato - 90mila euro - e che lui avrebbe speso lasciandola a secco proprio alla vigilia della rata da pagare all’Agenzia delle entrate.
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