Crisi marò
Marò, Latorre in Italia fino a conclusione processo arbitrale
Corte India: stesse condizioni di Girone. Farnesina soddisfatta
Roma, 28 set. (askanews) - Il fuciliere di Marina Massimiliano
Latorre potrà restare in Italia fino al termine del procedimento
arbitrale in corso all'Aia, alle stesse condizioni già disposte
per l'altro marò Salvatore Girone. La decisione della Corte
Suprema di Nuova Delhi, arrivata oggi, consente dunque al
militare italiano di attendere in patria la decisione della Corte
permanente di arbitrato che dovrà decidere chi, tra Italia e
India, ha la giurisdizione sull'incidente che ha coinvolto il
mercantile Enrica Lexie e il peschereccio indiano St. Antony il
15 febbraio 2012.
Durante la breve udienza odierna, la Corte, guidata dal giudice
AR Dave, ha respinto le obiezioni mosse dall'avvocato Balagopal,
rappresentante del governo del Kerala. Da parte sua, il legale
delle famiglie delle vittime, Rana Mukharjee, ha spiegato che
difficilmente il caso si concluderà davanti al tribunale entro il
2018 o il 2020, ed ha denunciato il tentativo di trascinare
oltremodo la vicenda giudiziaria.
Per Latorre varranno tutte le condizioni già imposte all'altro
fuciliere di marina Girone, con garanzie scritte individuali e
dello Stato italiano. Girone - ricorda la stampa indiana - è
chiamato a presentarsi ad una stazione di polizia in Italia il
primo mercoledì di ogni mese e le autorità italiane sono tenute a
informare su questo l'ambasciata di Nuova Delhi a Roma; non deve
manomettere prove né influenzare qualsiasi testimone; deve
restare sotto la giurisdizione della Corte suprema e, in caso di
violazione di una di queste condizioni, vedrà annullato il suo
permesso. Nel caso di Latorre, la Corte suprema ha chiesto anche
che il governo indiano presenti ogni tre mesi un rapporto sui
progressi del caso compiuti presso il tribunale arbitrale.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dalla Farnesina e
dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "Si tratta di un
passaggio importante che riconosce l'impegno intrapreso dal
Governo italiano con il ricorso all'arbitrato internazionale per
fare valere le ragioni dei nostri due Fucilieri di Marina. Con
identico impegno l'Italia affronterà i prossimi passaggi del
procedimento arbitrale, che entra ora nel merito del caso della
Enrica Lexie", si legge in un comunicato del ministero.
Latorre è in Italia da due anni, da quando la Corte Suprema
indiana ne ha autorizzato il rimpatrio per ricevere tutte le cure
mediche necessarie dopo essere stato colpito da un ictus a Nuova
Delhi nell'agosto del 2014. Fino ad oggi il permesso era stato
sempre prorogato. L'ultimo aveva scadenza il 30 settembre
prossimo.
La decisione odierna della Corte suprema indiana segna un nuovo
punto a favore del governo italiano in una vicenda lunga e
complessa iniziata il 15 febbraio 2012 quando, al largo del
Kerala, due pescatori indiani, Valentine e Ajeesh Pink, furono
uccisi da colpi d'arma da fuoco. Secondo l'accusa indiana, a
sparare furono i due fucilieri italiani a bordo dell'Enrica Lexie
per un'attività antipirateria (il team di protezione era composto
da sei fucilieri del Reggimento San Marco della Marina militare).
Dopo che il mercantile italiano, su ordine delle autorità
indiane, fu costretto ad attraccare nel Kerala, i due militari
sono stati arrestati e accusati dell'uccisione dei due cittadini
indiani. Ne è scaturita una complessa partita giuridica tra
Italia e India su quale sia la giurisdizione da applicare al
caso. L'Italia ha deciso di fare ricorso al Tribunale arbitrale
dell'Aja per risolvere il contenzioso. Il 29 aprile scorso la
corte arbitrale ha deciso il rientro in Italia di Girone, istanza
poi confermata dalla Corte suprema indiana.
Coa
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