LA POLEMICA
Maroni: «Dimissioni? No, mi ricandido»
Tangenti a Palazzo: mattinata movimentata al Pirellone: Pd e 5 Stelle manifestano contro il governatore. Maggioranza compatta: attacco respinto
Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto, con 45 no e 31 sì, la mozione di sfiducia al governatore Roberto Maroni, presentata delle opposizioni (Pd, M5S, Patto civico) dopo il caso Rizzi. La maggioranza di centrodestra ha votato compatta contro; a favore, invece, le minoranze.
Dopo il voto in Aula i consiglieri del M5S hanno tolto le giacche e mostrato una felpa con la scritta Fuori dai Maroni e suonato dei fischietti. Dopo essere stati già censurati, i cinquestelle sono stati espulsi dal presidente dell’Aula Raffaele Cattaneo, tra le urla dei consiglieri di maggioranza che gridavano “pagliacci.” Fuori del Pirellone, invece, c’era un presidio dei giovani del Pd con dentiere e ruspe giocattolo, ramazze e cartelli con scritte come '>laquestionemolare e fotomontaggi del leader del Carroccio Matteo Salvini, indicato come la fatina dei dentini.
Durante i tre minuti di sospensione decisi da Cattaneo immediatamente dopo l’espulsione dei 5S, Maroni ha preso con fare scherzoso una delle felpe con la scritta e l’ha tenuta sul banco della Giunta. La seduta è poi ripresa per discutere l’urgenza del Pdl per la creazione dell’Arac, tra le proteste dell’assemblea per l’ ulteriore prolungamento dei lavori prima della pausa pranzo. Intanto i cinquestelle sono rimasti in piedi in Aula, nonostante fosse stato chiesto loro di abbandonare l’emiciclo.
«Forse noi come Lega avremmo fatto molto di peggio. L’ho fatto anch’io in Parlamento».
Così ha infine dichiarato lo stesso Maroni, a proposito della protesta dei consiglieri M5S al termine del dibattito sulla mozione di sfiducia nei suoi confronti.
Il governatore ha poi mostrato una delle felpe bianche con la scritta “Fuori dai Maroni” sfoggiata dai 5 Stelle e ha aggiunto: «Devo solo decidere chi deve andare fuori dai Maroni... un’idea ce l’ho. E non solo non mi dimetto ma oggi ho deciso di ricandidarmi nel 2018 per far rivincere il centrodestra in Lombardia».
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