IL CASO
"Mazzata" case popolari
Conti da 5-6 mila euro per i residenti nelle palazzine costruite tramite espropri sulle "aree Peep". Cirigliano denuncia: "Così si uccidono le famiglie"
Per costruire quelle case popolari, sulle cosiddette aree Peep, il Comune tanti anni fa procedette con degli espropri. E quando cedette la proprietà delle mura agli inquilini, nell’apposita convenzione per la locazione, scrisse chiaro e tondo che gli eventuali “maggiori costi” che sarebbero emersi dalle vertenze in atto li avrebbero dovuti saldare proprio i residenti.
Una postilla che in quei momenti prospettava un rischio ipotetico, lontano, certo non tale da far saltare l’intesa. Purtroppo però ora il conto delle cause legali è arrivato al pettine e, se da una parte l’amministrazione si trova costretta a chiedere quei soldi spesi in avvocati, allo stesso tempo i residenti delle case coinvolte da questi “effetti postumi” si trovano in ginocchio. I “maggiori costi”, infatti, arrivano a toccare i 6mila euro e, visto che Palazzo Gilardoni gestisce questo tipo di situazioni in base a un regolamento che fissa in 24 mesi il tempo massimo su cui spalmare il debito, significa che le persone interessate dovranno versare per due anni quasi 250 euro mensili. «In questo modo - denuncia Marco Cirigliano, consigliere comunale di Sel che ha portato all’attenzione la criticità - si vanno ad uccidere le prospettive di famiglie che già non navigano nell’oro». A lui sono stati sottoposti i casi di due condomini di via Pastore e di altrettanti in via Di Vittorio, sempre a Beata Giuliana, «ma le situazioni simili sono diverse altre ed è chiaro che bisogna fare qualcosa». Da parte sua il vicesindaco Giampiero Reguzzoni conferma la situazione «però - precisa - non tutte le aree Peep sono coinvolte. Noi ci stiamo attenendo alle regole, ma cercheremo di studiare qualcosa che consenta alle famiglie di affrontare la spesa».
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