IL GIALLO DI BIUMO
Minacce di morte. In cingalese
Politico dello Sri Lanka nel mirino delle scritte comparse sui muri in via Dandolo
Quelle frasi comparse nei giorni scorsi in quattro punti del rione di Biumo Inferiore avevano innescato nei residenti una certa apprensione: qual era il loro significato? Alcuni avevano ipotizzato fossero scritte in thailandese, altri in farsi, ma comunque molti temevano potessero avere essere legate a qualche forma di estremismo o a minacce terroristiche. Ebbene, il mistero è stato ora svelato: si tratta di caratteri cingalesi e il contenuto di quelle frasi ha a che fare con la politica dello Sri Lanka. Nessun messaggio minaccioso nei confronti dell’Italia, dunque, ma il tenore non è comunque pacifico: quelle parole – secondo quanto tradotto da alcuni cittadini cingalesi residenti a Varese – invitano infatti a uccidere Anura Kumara Dissanayaka, leader del Fronte di liberazione del popolo dello Sri Lanka, ossia un partito comunista chiamato anche Janatha Vimukthi Peramuna, la cui sigla Jvp si può distintamente riconoscere nelle scritte comparse a Biumo.
L’esponente cingalese è stato in visita a Roma la settimana scorsa e, nei messaggi vergati a vernice spray, viene accusato di essere al servizio del primo ministro cingalese Ranil Shriyan Wickremesinghe e di parteggiare per l’India. Ora, se l’inquietante contenuto delle frasi alla fine è stato svelato, resta però da capire come mai siano stati scelti muri di via Dandolo e via De Cristoforis per esprimere un concetto che nulla ha a che vedere con Varese e che è comprensibile quasi esclusivamente alla comunità cingalese.
La traduzione delle scritte ha permesso ai residenti di tirare un sospiro di sollievo, poiché non si tratta di minacce terroristiche, ma l’apprensione resta: «Innanzitutto – spiega la pensionata che l’altro giorno aveva sollevato l’attenzione sul caso – c’è la rabbia per il fatto che i muri della nostra zona sono stati imbrattati per l’ennesima volta. Chi passa da qui pensa di poter fare quello che vuole e restare impunito. Poi, è vero, non si parla di attentati imminenti né di messaggi diretti alla città di Varese, ma si tratta di parole violente, che inneggiano all’odio, e che sono state verosimilmente scritte da qualcuno che abita qui. Insomma, una persona che si prende la briga e il rischio di scrivere frasi simili su muri altrui non può essere certo di buon cuore». Per il momento l’autore degli imbrattamenti seriali resta anonimo, così come anonimo rimane il responsabile di un’altra scritta, stavolta in francese e con vernice bianca, comparsa in via De Cristoforis: si tratta di un vandalismo successivo a quello in cingalese (dal momento che in parte lo copre) e sostanzialmente contiene insulti alla polizia. Insomma, l’allerta nel quartiere resta alta.
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