Mister Pepsi “in cattedra”
Da Bizzozero a Manhattan, dal liceo scientifico “Galileo Ferraris” al vertice di una multinazionale tra le più celebri al mondo: è la storia di Mauro Porcini, raccontata giovedì 19 dallo stesso protagonista agli allievi della sua scuola, grazie all’iniziativa promossa dall’associazione Alumni che riunisce gli ex studenti dell’istituto di via Manin.
Quarant’anni, sangue toscano e laziale nelle vene ma varesino d’infanzia e di curriculum scolastico, Porcini è attualmente chief design officer di Pepsi&Co, l’azienda da cui dipendono oltre 3000 brand (dalla bibita gassata a Gatorade, da Lipton a 7Up) per un fatturato annuo dall’iperbolico valore di 66 miliardi di dollari.
Ma come si arriva tanto in alto?
«Inseguendo i propri sogni ingenui, perché se non si ha un sogno non si potrà mai realizzarlo» racconta davanti alla platea degli studenti dell’ultimo anno, letteralmente estasiati per quasi due ore dalla capacità comunicativa e dallo stile del designer varesino. Oltretutto, a questo ambito lavorativo Porcini è giunto attraverso un percorso particolarissimo: dopo la maturità al “Ferraris”, dove ovviamente faceva già man bassa di premi e voti alti, il giovane Mauro sembrava destinato a tentare il test di architettura al Politecnico, poi però un amico gli fece notare la nuova facoltà di disegno industriale. E fu subito amore, «perché mi resi conto» ricorda «di essere finito nell’ambiente che avevo sempre sognato, in cui dare libero sfogo alla creatività». Un anno di Erasmus a Dublino, le prime esperienze lavorative in Philips e poi la 3M, colosso statunitense del design: «I dirigenti avevano quasi paura di bruciarmi, perché avevo appena 27 anni. Eppure negli Stati uniti, oltre ad una stringente meritocrazia, c’è questa cultura dell’investimento che permette di ottenere grandi successi» prosegue Porcini.
Dalla gelida Minneapolis a Manhattan: l’ultimo salto è di tre anni e mezzo fa, quando il varesino diventa appunto il primo chief design officer di Pepsi&Co. «Il mio lavoro non riguarda solo lo stile del prodotto, il packaging o le campagne comunicative: è anzitutto comprensione del cliente in un mondo che cambia in continuazione, basti pensare alla rivoluzione, anche commerciale, scatenata dai social network» racconta il creativo originario di Bizzozero.
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