LA SENTENZA
Molestata sulla metro. E beffata
Studentessa varesina fu vittima di violenza sessuale: ridotta la pena al suo aggressore
Ancora oggi, a oltre un anno e nove mesi di distanza, non si sa che cosa sia passato per la testa del suo molestatore, un cittadino iraniano di 40 anni.
Molto più facile immaginare lo stato d’animo della vittima, una studentessa universitaria di Varese, all’epoca ventunenne, dopo quel viaggio da incubo vissuto la mattina dell’8 gennaio 2015 su un treno della linea rossa della metro di Milano.
Porta la sua firma la denuncia nei confronti del passeggero sporcaccione - poi perseguito per violenza sessuale, seppure nella forma lieve -, che ieri, mercoledì 11 ottobre, ha avuto ridotta in appello la pena da un anno e sei mesi a un anno e due mesi di reclusione con la condizionale (condanna giunta al termine di un processo con rito abbreviato e dunque con lo sconto secco di un terzo della pena, ndr), grazie al riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
L’iraniano, come emerge dagli atti processuali, era stato notato dagli agenti della Polmetro sulla banchina della stazione di Lampugnano.
Il suo atteggiamento sospetto nei confronti delle giovani passeggere aveva convinto i poliziotti a seguirlo fino alla fermata Duomo, dove era stato effettivamente bloccato.
Lungo il tragitto, all’altezza della fermata QT8, approfittando della ressa, aveva avvicinato la ragazza di Varese e aveva preso «a strusciarsi» su di lei.
Quindi, come documentato da un filmato realizzato con lo smartphone dei poliziotti in borghese, si era fatto sempre più audace e insistente, a tal punto che, sempre appoggiato alle spalle della ragazza, aveva iniziato a toccarsi.
In sede di querela, la giovane ha spiegato di aver avvertito un contatto da parte dell’uomo che le stava alle spalle, inizialmente attribuendolo al movimento del convoglio affollato, poi di fronte all’insistenza del gesto, si era accorta che era tutto fuorché casuale.
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