IL CASO
Molina, 450mila euro a Rete 55
Il dato sul prestito (rendimento lordo del 3%) è contenuto nel report dell’Ats alla Regione. Il Cda lo approvò a novembre
Il prestito obbligazionario di 450mila euro concesso dalla Fondazione Molina a Rete 55 Evolution, società collegata all’emittente televisiva varesina, è stato perfezionato prima del 26 novembre dello scorso anno (data in cui il consiglio d’amministrazione dell’istituto ha ratificato l’investimento deciso dal presidente Chritian Campiotti) e dunque non nel contesto della campagna elettorale per le amministrative della primavera 2016. La notizia, non priva di significato nel contesto di polemiche politiche, accuse e repliche intrecciate alla gestione della casa di riposo, è contenuta in un report che l’Agenzia di tutela della salute dell’Insubria (la ex Asl varesina) ha trasmesso alla direzione generale dell’assessorato regionale al Welfare. Il documento riporta anche il tasso di interesse garantito al Molina dall’emissione dei titoli obbligazionari sottoscritti da Rete 55 Evolution: un rendimento lordo del 3 per cento annuo. Nulla si sa, invece, dei tempi e delle modalità previste per il rimborso della somma. Quanto poi alla “legittimità” dell’operazione (nodo attorno a cui si è sviluppato il dibattito degli ultimi mesi) i funzionari dell’Ats varesina non si pronunciano per «carenza di documentazione» nonostante i controlli sull’operato della Fondazione siano in corso almeno da luglio, da quando cioè il sindaco Davide Galimberti sollecitò una serie di accertamenti con una lettera indirizzata alla Regione, alle autorità sanitarie e all’Agenzia nazionale contro la corruzione. Troppe, pare, le lacune nelle comunicazioni tra il Molina e l’Ats, la cui indagine investe anche l’assegnazione del servizio di ristorazione interna alla Sodexo Spa, società che, grazie a un affidamento diretto del servizio, ha di fatto estromesso dalle cucine di viale Borri i cuochi della Pellegrini Spa, provocando il ricorso del precedente gestore e, indirettamente, l’intervento di Palazzo Estense. Al centro dell’attenzione e della «indagine di legittimità» attualmente in corso resta però l’operazione finanziaria, dietro la quale i detrattori del Cda del Molina “vedono” una «operazione politica» ideata nelle stanze della Lega civica, il movimento in cui si identificano sia il presidente Campiotti, sia l’ex candidato sindaco Stefano Malerba, sia l’editore televisivo Lorenzo Airoldi e gli altri soci di Rete 55 Evolution. Uso di denaro “pubblico” a sostegno di soggetti economici amici? L’interrogativo resta sospeso. Gli amministratori del Molina (designati da Lega nord, Forza Italia, Udc e dalla Chiesa varesina) ripetono che la Fondazione a loro affidata dall’ex sindaco Attilio Fontana è un ente di diritto privato. L’Ats però non allenta la presa e, nel report, fa sapere a Palazzo Lombardia che richiederà al Molina «l’atto di emissione del prestito obbligazionario» e «i bilanci della società destinataria» del finanziamento, ovvero Rete 55 Evolution. Sempre che non sia la prossima audizione di Campiotti davanti alla Commissione sanità della Regione a chiarire, una volta per tutte, i dettagli dell’operazione. E a chiudere il caso.
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