IL CASO
Molina, Forza Italia in pressing
«Altri prestiti, diteci a chi». Nel mirino anche il sindaco: «Il patto con la Lega civica lo costringe a un silenzio imbarazzante»
Quanti sono i prestiti obbligazionari sottoscritti dalla Fondazione Molina? A quanto ammontano? Chi li ha emessi? E con quali garanzie?
Forza Italia non molla la presa. E alza la posta. Dopo la riunione della Commissione Sanità della Regione Lombardia disertata dal presidente della casa di riposo Christian Campiotti, ma a cui hanno partecipato i vertici dell’Ats dell’Insubria che ha avviato un’indagine conoscitiva sui conti dell’ente di viale Borri, il partito fondato da Silvio Berlusconi e guidato a Varese dall’eurodeputata Lara Comi lancia una nuova offensiva.
Nel mirino non solo il finanziamento di 450mila euro concesso nel novembre 2015 dal Cda del Molina alla società Rete 55 Evolution, legata all’omonima emittente televisiva varesina, ma anche altre, eventuali, analoghe operazioni di natura economica che potrebbero essere state perfezionate nei mesi successivi e di cui si vocifera con insistenza in assenza di conferme o di smentite.
Venerdì, nella sede forzista di via Carrobbio, gli interrogativi sulla gestione dell’istituto che ospita e assiste oltre quattrocento anziani, sono stati rilanciati dal consigliere regionale Luca Marsico, da Robeto Puricelli e dai consiglieri comunali Carlotta Calemme e Simone Longhini.
L’imperativo? Fare chiarezza. O, in altre declinazioni: ripristinare la trasparenza, o, ancora, cancellare l’opacità.
Tradotto: portare a conoscenza dei varesini come vengono amministrate le risorse economiche pubbliche e private che, nel corso di decenni, si sono accumulate nei forzieri del Molina. E abbattere il muro di reticenze eretto dal Cda che, dopo avere rifiutato il confronto con il Consiglio comunale, ha chiuso la porta in faccia anche alla Regione.
«In assenza di risposte è doveroso non smettere di porre domande» sottolinea Marsico.
Da viale Borri a Palazzo Estense il passo è breve: «Il sindaco Davide Galimberti e il vicesindaco Daniele Zanzi non possono continuare a restare in silenzio. E’ un errore grossolano in presenza di un caso politico di queste proporzioni. Evidentemente l’imbarazzo per il patto elettorale con la Lega civica di Stefano Malerba li condiziona al punto da dimenticare che il Molina è sì una fondazione di diritto privato, ma è soprattutto un patrimonio dei varesini, da tutelare nell’interesse di tutti e non solo di una parte».
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