IL CASO
Molina, «troppe verità»
Il presidente della Fondazione: «Aspetto l’indagine dell’Ats»
Christian Campiotti, presidente della Fondazione Molina, ormai colleziona i titoli dei giornali dedicati alle polemiche che da mesi investono la casa di riposo di viale Borri, la sua gestione finanziaria, l’intreccio di interessi e di “amicizie” politiche, i rapporti tra l’ente di diritto privato che si prende cura di oltre cinquecento anziani e le istituzioni cittadine e regionali.
E’ rimasto a lungo in silenzio, Campiotti, dopo avere rifiutato di presentarsi a Palazzo Estense e in Regione. E commenta gli ultimi sviluppi della vicenda con una dichiarazione che potrebbe stare in un telegramma: «E’ sempre più evidente l’esistenza di una manovra politica dietro quanto sta accadendo, io aspetto di conoscere gli elementi di diritto».
Tradotto: il presidente del Molina, e con lui l’intero consiglio di amministrazione, è in attesa dell’esito dell’indagine tecnica e amministrativa disposta dall’Ats dell’Insubria, l’agenzia di tutela della salute che ha sostituto l’Asl dopo la riforma della sanità lombarda. Responsabile del procedimento, condiviso con il direttore generale Paola Lattuada, è il direttore del Servizio sociale Lucas Maria Gutierrez.
Sarà dunque lui a pronunciare (quando?) una parola certa sulla legittimità delle operazioni finanziarie decise dagli amministratori della casa di riposo, inclusa la sottoscrizione di un prestito obbligazionario per 450mila euro a un tasso di interesse del 3 per cento a favore della società “Rete 55 Evolution”, collegata all’omonima emittente televisiva.
Articolo sulla Prealpina di venerdì 4 novembre.
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