L’INTERVISTA
Moretti: «Saremo competitivi»
Il coach di Varese: «La chimica c’è, ora acceleriamo i tempi. Lotteremo in Italia e in Europa»
Paolo Moretti fissa le prospettive della nuova Openjobmetis in una stagione 2016-17 nella quale la sua squadra vuole essere competitiva per i playoff sia in Italia che in Europa.
«In campionato vorremmo essere competitivi per quelle posizioni ambite da tante squadre: vogliamo lottare per gli ultimi due o tre posti disponibili in una griglia playoff già prenotata da Milano, Avellino, Reggio Emilia, Sassari, Venezia e a mio avviso anche Trento. Inoltre vogliamo scoprire quanto siamo competitivi per ambire ai primi 4 posti di una coppa europea più importante rispetto a quella disputata nel 2015-16. Dovremo prima di tutto crescere noi, migliorando la condizione fisica individuale e la qualità del gioco, sfruttando meglio i vantaggi che ci procuriamo».
Quali sono le tempistiche previste per completare la messa a punto?
«Stiamo lavorando al massimo per sfruttare le due settimane prima dell’inizio della Champions League che praticamente fino a Natale ci costringerà a giocare due partite a settimana. Dobbiamo aumentare qualità e quantità al nostro lavoro quotidiano, perché poi inizia il tour de force: non so se ce la faremo fin da subito come io vorrei, di certo vogliamo arrivare al top molto prima di quanto abbiamo fatto lo scorso anno».
Se sul piano tecnico c’è ancora da lavorare, lo spessore umano del gruppo sembra già una certezza.
«La differenza principale rispetto all’inizio del 2015-16 riguarda proprio le qualità umane: sin dall’inizio c’è stata una buona chimica con obiettivi comuni sposati attraverso un forte senso di responsabilità nei confronti della società. Qui c’è forte condivisione di un progetto d’insieme che ciascuno ha percepito e condiviso; sono convinto che questo gruppo abbia valori tali da avere garanzie sul fatto che lotterà ogni partita al meglio delle sue possibilità al di là delle qualità tecniche».
Campionato e Champions League: come si riesce ad essere competitivi su entrambi i fronti?
«La qualificazione alla Champions è un grandissimo risultato ottenuto in condizioni precarie: oggi non siamo ancora in grado di spingere a tavoletta e siamo consapevoli di dover crescere per essere competitivi ad un livello più alto. Sappiamo che è difficile essere efficaci sui due fronti: in Italia tutte e 16 le squadre sono temibili, e senza un roster profondo e una mentalità solida rischi di pagare dazio. Ma noi vogliamo provarci con l’ambizione giusta».
Se a fine stagione Varese avrà raggiunto gli obiettivi prefissati sarà possibile aprire un vero e proprio ciclo?
«Per me il ciclo è iniziato l’anno scorso: abbiamo individuato un gruppo di lavoro composto da giocatori di fiducia, ora è l’anno 1 nel quale abbiamo inserito altri elementi con i quali provare a crescere e stabilizzarsi ad alti livelli: Dobbiamo imparare che risultati e programmazione sono frutto di lavoro e pazienza, non possono essere soltanto figli di quanti soldi spendo per comprare giocatori sul mercato: in Italia il mondo dello sport è permeato da questa mentalità, ma le soddisfazioni più grandi derivano dai risultati ottenuti costruendo nel tempo».
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