IL CASO
Mucche accaldate, meno latte
La produzione in provincia cala del 15% a causa dell’eccezionale ondata di caldo
Soffre l’agricoltura varesina a causa delle temperature elevate. E le ripercussioni sono evidenti. La produzione del miele di acacia ha subito un taglio del 30 per cento e ora, oltre alle api, ad attraversare giorni difficili sono anche le mucche nelle stalle della provincia. Il risultato è pesante. E’ di fatto evaporato il 15% del latte dalle tazze dei varesini.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Varese. La causa del taglio pesante di produzione va ricercata nella recente ondata di calore, che ha ridotto la produzione nelle stalle di tutta la provincia. La stima dell’associazione degli agricoltori arriva mentre le temperature di questi giorni stanno raggiungendo picchi di caldo record per colpa di “Lucifero”, la corrente di aria torrida in arrivo dal deserto del Sahara.
«Ho notato anche un 20% in meno di latte prodotto dai miei animali - racconta il vicepresidente di Coldiretti Varese e allevatore di Casciago, Paolo Zanotti -. Nonostante i ventilatori vadano ininterrottamente e la presenza delle doccette, le mucche faticano a sopportare questo caldo eccessivo, accusando grande stress e producendo di conseguenza meno latte».
Il grande caldo - continua la Coldiretti - non solo causa danni agli allevatori per la mancata produzione di latte, e quindi di formaggi, ma mette a rischio anche la fertilità degli animali. Per le mucche, infatti, il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi. Oltre questo limite gli animali subiscono un grande stress, mangiano poco e bevono molto.
Intanto, prosegue Coldiretti Varese, sono già scattate le contromisure anti afa nelle stalle, dove gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere, per colpa di Lucifero, fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi più freschi.
«Abbiamo in funzione, 24 ore su 24, nebulizzatori di acqua e ventilatori — spiega Giacomo Sala, allevatore 42enne di Lonate Ceppino —, per cercare di dar sollievo alle mucche. Il 15% di latte in meno è solo una parte del danno, perché l’altra è rappresentata dai maggiori consumi di acqua ed energia che dobbiamo sostenere per aiutarle».
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