L’INDAGINE
Nadia, il cognato resta in cella
Michele Egli si professa innocente per l’omicidio della maestrina ma il pm ottiene la proroga della carcerazione preventiva
Dice di non avere ucciso la cognata e di averne “solo” occultato il cadavere ma resterà recluso nel carcere di Lugano, almeno per i prossimi tre mesi, Michele Egli, il tecnico universitario di 42 anni, accusato dell’omicidio di Nadia Arcudi, sette anni in meno, maestra di scuola elementare a Stabio, trovata morta nei boschi di Gaggiolo domenica 16 ottobre.
La notizia l’ha data oggi, lunedì 24 ottobre, a sei giorni dall’arresto dell’uomo, lo stesso ministero pubblico ticinese che ha spiegato in una nota stampa che «il giudice per i provvedimenti coercitivi ha accolto la richiesta di carcerazione preventiva, presentata dalla procuratrice Pamela Pedretti, per l’uomo che si presume essere l’autore dell’omicidio della maestra di Stabio. La durata della detenzione è stata fissata per ora in tre mesi».
Nel frattempo però gli inquirenti continuano a indagare alla ricerca del movente dell’omicidio - avvenuto tra le ore 17 e le 18 di venerdì 14 ottobre - e dell’eventuale partecipazione al delitto di terzi, sin qui rimasti nell’ombra.
Infatti, Egli - accusato di omicidio intenzionale e di occultamento di cadavere - ha ammesso solo la responsabilità di questo secondo reato. Motivandolo col panico che l’aveva colto alla vista della cognata «trovata morta nella sua abitazione» e con la volontà di «evitare agli altri parenti un analogo trauma».
Una motivazione debole, secondo gli inquirenti, i quali, oltreché sulla possibile implicita e subconscia ammissione del coinvolgimento di altre persone nel delitto («evitare un analogo trauma agli altri parenti»), stanno anche aspettando gli esiti degli esami svolti sulla salma della maestra di Stabio, per il medico legale «morta in conseguenza di un edema polmonare».
Quale sia stata l’azione che ha provocato il versamento fatale non è ancora certo: l’ipotesi del fatto traumatico (come l’asfissia) non ha per adesso riscontri obiettivi.
L’unica certezza è che, col provvedimento cautelare prorogato di tre mesi, per adesso Egli rimane l’unico indagato per l’omicidio della sorella di sua moglie.
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