ZERO RISORSE
«Niente Roma e niente Baff»
Munari: senza garanzie non vado avanti, la squadra attende ancora i rimborsi
Arrabbiato? Di più. Alessandro Munari è furioso. La telefonata avuta con il sindaco Emanuele Antonelli gli ha fatto perdere la pazienza. Così ha scelto di cancellare la presentazione del Busto Arsizio Film Festival 2018, prevista venerdì 3 novembre alla Festa del cinema di Roma, e minaccia di cancellare l’edizione prevista nel maggio prossimo in città.
Tutto è legato alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco domenica a Prealpina: pochi soldi in cassa, pagamenti bloccati, congelamento delle spese “comprimibili”, ovvero non strettamente necessarie. Ieri Munari ha chiamato il vecchio compagno di classe delle elementari, la telefonata non è finita nel migliore dei modi.
«Antonelli mi ha detto “fai quel ..... che vuoi”. Bene. Lo faccio. Non ci sono soldi? Senza garanzie né per il passato né per il futuro, io non vado avanti - dichiara - Non presenteremo più il Baff a Roma, appuntamento che non è un punto di partenza, ma un punto di arrivo importante».
Una scelta drastica. Davvero è impossibile dare continuità al festival?
«Non ci sto dentro. Fra pochi giorni avremmo dovuto affrontare la trasferta a Roma, ho posto il problema di spese che non posso affrontare e la risposta è stata di quel tono. Così non si può continuare. È sempre stato difficile ottenere fondi dal Comune, con questa giunta le cose sono peggiorate».
Debiti non saldati?
«Ho affrontato una riunione con la squadra, 50 persone circa, giovani che lavorano gratis. Spettava a ciascuno un rimborso spese da 200 euro, l’uscita del primo cittadino mette tutto ulteriormente in crisi. Si fa in fretta a parlare. Le promesse si ripetono, di fatto l’amministrazione è inadempiente. Tutti gli impegni di spesa sono annullati e i precedenti ritardati sine die. Ci andassero altri a dire alla gente di pazientare».
Insomma, non è stato ancora pagato chi ha lavorato la scorsa primavera e ci sono altre quote in sospeso ?
«È così. Non discuto sulle priorità della città, ma vorrei una risposta diversa da chi dichiara di credere nel Baff. L’evento di Roma l’ho già annullato. Sono in lavorazione quattro documentari su Busto Arsizio, a cura di Icma per presentarli al Baff: non li porteremo a termine».
Di che si tratta?
«Uno riguarda Malpensa, come aeroporto della città di Busto. Sono già stato da Sea, Alitalia e Volandia, ci ho messo la faccia. Ho speso parole con l’Istituto Luce e la Rai. Un secondo documentario è legato al centenario della Pro Patria 1919-2019, senza fondi col cavolo che lo facciamo. Il terzo sarebbe sul Velo club che vanta come primo tesserato niente meno che Fausto Coppi. Infine, c’è il documentario sulla nascita della Tv commerciale con interviste a Confalonieri, Galliani, Berlusconi. Sono tutte cose che non faremo, si vede che le priorità del Comune sono altre. Non discuto di cosa sia più o meno opportuno, ma c’è un modo diverso di trattare le persone. Non siamo una bocciofila, se non considerano il Baff come evento di una certa rilevanza, non posso presentare qualcosa che non è detto possa poi avvenire».
Disastro Baff?
«Lo chiudo. Ci sono obbligazioni assunte come associazione che finiscono in carico a chi ha sottoscritto gli atti, cioè io. Devo rispondere di tutto quanto, lo farò perché sono una persona d’onore ma qui non stiamo giocando a Monopoli, sono cose serie. Se montare un tendone costa 6mila euro, devo sapere se la spesa si può coprire, altrimenti rispondo io. Se andiamo avanti così, porto al sindaco le chiavi dell’Istituto Antonioni, visto che sono così bravi a far tutto, lascio loro i 70 studenti».
Ma gli amministratori dicono che non vogliono perdere il Baff...
«Non è quello che è stato detto a me, peraltro con una certa aggressività. Annullo Roma perché non ci sono soldi e non posso andare ad annunciare un festival che non so se si farà».
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