SERIE D
«No, non C siamo...»
Il patron Taddeo conferma la rinuncia del Varese al ripescaggio e punta il dito contro il Comune
Lo aveva già detto chiaramente mercoledì a Chatillon, prima dell’amichevole in famiglia disputata davanti a tanti tifosi giunti in Val d’Aosta. Lo ha ribadito ieri pomeriggio, poco prima di annunciare al telefono la propria decisione al presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina. Il Varese rinuncia all’ipotesi di salire subito in Serie C: oggi - entro il termine perentorio che scadrà alle 13 - non presenterà alcuna domanda di ripescaggio.
La situazione era ormai chiara da qualche giorno, dal momento in cui il patron Aldo Taddeo s’era reso conto di non avere le adesioni sperate e necessarie. Ma soltanto giovedì la rinuncia è divenuta in qualche modo formale e ufficiale, verificato che nessuno dei potenziali partner per l’operazione ha offerto la propria disponibilità a mettere sul piatto i 300mila euro a titolo di contributo straordinario necessari per completare la pratica.
Una rinuncia amara per la dirigenza biancorossa, che tanto confidava nel ripescaggio, pur avendo più volte ribadito di preferire - in teoria - una promozione sul campo.
Di sicuro, da oggi, si volta pagina e si guarda al futuro con una prospettiva più chiara e delineata: il Varese, per risalire tra i professionisti, dovrà obbligatoriamente passare attraverso le forche caudine di una nuova stagione in Serie D, con l’annesso rischio di doversi confrontare contro diverse avversarie rafforzate e ambiziose.
Aldo Taddeo ci tiene però a levarsi qualche sassolino dalle scarpe per il mancato supporto dalle istituzioni e soprattutto da Palazzo Estense: «Era un’occasione più unica che rara - dice il presidente del Varese Calcio riferendosi all’ipotesi di ripescaggio - ed è un vero dispiacere perdere questo treno: avremmo avuto solamente bisogno di più tempo, perché i contatti ci sono e permangono, peraltro con realtà solide. Ma purtroppo le tempistiche sono quel che sono e la gente quando deve investire è giustamente attenta. Quindi, a malincuore, dobbiano rinunciare alla Lega Pro: ho tentato tutte le strade possibili, ma non ho avuto le risposte auspicate. Mi aspettavo un segnale dal Comune che non è mai arrivato riguardo agli impianti, sui costi e pure sui lavori da realizzare. Avremmo voluto capire se esisteva la possibilità di ridurre le spese di gestione dello stadio “Franco Ossola” e di Varesello, ma non ho avuto alcuna informazione dopo il sopralluogo a Masnago. Devo essere sincero, se avessimo avuto un aiuto sui costi attuali (in totale circa 250mila euro l’anno per le due strutture - ndr) avremmo potuto girare una parte del budget sull’investimento per la Lega Pro...».
Ghidoni out, accelerazione sul mercato
Ma tant’è, ora occorre guardare avanti. E nel frattempo, avuto il via libera dal presidente, il d.s. Alessandro Merlin ha riaperto i movimenti di mercato per completare una rosa rimasta finora “corta” in attesa di conoscere la categoria con cui confrontarsi. Movimenti peraltro da accelerare alla luce di quanto avvenuto nel ritiro di Chatillon: il pestone ricevuto nel corso della partitella di mercoledì da Vittorio Ghidoni si è rivelato più grave del previsto. L’esterno basso classe 1999 ha riportato la frattura composta del quinto metatarso e dovrà stare fermo per circa due mesi. Quindi a mister Iacolino serve al più presto un sostituto.
Triangolare a Carate Brianza
Nel frattempo, pur senza alcuna ufficialità da parte della società biancorossa, mercoledì 9 agosto il Varese parteciperà al triangolare organizzato dalla Folgore Caratese cui prenderà parte anche il Novara di serie B.
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