L’ALLARME
«Non tagliate la nostra Camera»
I dipendenti insorgono contro la riforma del governo: «Un danno alle imprese»
Nessuno tocchi le Camere di commercio: il grido d’allarme, alla vigilia della riforma, arriva dai sindacati dei dipendenti di Varese e degli altri enti italiani. Nel documento congiunto le Rappresentanze sindacali unitarie non usano mezzi termini: «La riforma delle Camere di Commercio che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi, è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori - si legge - In un periodo storico-economico in cui è necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi potenziare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane». Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, «le Camere vanno rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti».
A Varese i dipendenti di piazza Monte Grappa, contando anche le aziende speciali, sono una novantina. «In teoria gli enti sotto le 75mila imprese non si accorperanno - commenta Giuseppe Alongi delle Rsu varesine -. Ma vogliamo certezze, perché continuano a uscire bozze di decreti, smentite, nuovi documenti. Si parla di rinvii e cambiamenti, c’è molta confusione: in realtà, il governo ha già deciso di passare da 105 a 60 Camere in Italia.
Quindi, qualora non si arrivasse a questa cifra, potrebbero esserci rischi di accorpamento anche per noi». Regna l’incertezza anche sui tagli al personale, «prima negati, poi affermati e di nuovo smentiti - prosegue Alongi -. Noi chiediamo che non ci siano riduzioni di personale, quantificate dalle indiscrezione in un meno 15% per chi non si unisce e in un 25% per chi si accorpa. Non possiamo permetterci di perdere delle funzioni importanti». E quindi l’appello a tutti i parlamentari e alle forze politiche per «modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 29 luglio, che non crea altro che disservizi al sistema imprenditoriale. Chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali».
Servizio completo sulla Prealpina di giovedì 28 luglio
© Riproduzione Riservata