SERIE A1
«Pronti a un ulteriore sforzo»
OJM in crisi, Crocella non chiude le porte al mercato: «Se l’area tecnica lo riterrà opportuno, valuteremo come intervenire»
Andrea Crocella è pronto a tutto per tenere in serie A l’Openjobmetis. Il vicepresidente di “Varese nel Cuore” ribadisce che la salvezza è la priorità assoluta per la parte finale della stagione 2016/’17 e apre - pur con i dovuti distinguo - alla possibilità di un ulteriore sforzo economico in caso di estrema necessità.
«Resto convinto che, a pieno organico, questa squadra non meriti l’ultimo posto, ma la retrocessione in A2 sarebbe un problema gravissimo e per questo evitarla è fondamentale. C’è bisogno prima di tutto di affrontare la situazione con il maggior livello possibile di coesione: fa piacere che i tifosi si siano stretti attorno a noi. Sul discorso mercato, ad oggi risorse extra non ce ne sono: anche quest’anno ci siamo trovati ad affrontare passività impreviste e la priorità è farvi fronte per tenere in piedi l’intera struttura. Però il pallino è in mano all’area tecnica che dovrà decidere se ed eventualmente che cosa manca».
Dunque se arrivasse una richiesta di rinforzi la prendereste in considerazine?
«La proprietà è disposta ad ascoltare le indicazioni di chi è deputato alle scelte tecniche, che dovrà stabilire se le attuali risorse umane sono sufficienti, oppure se è disponibile sul mercato un elemento in grado di risolvere i problemi garantendo una svolta. In tal caso valuteremmo l’opportunità di compiere un ulteriore sforzo che sia comunque compatibile con l’attuale situazione non rosea».
Passività del passato legate a due fattori: da 4 anni si è speso troppo e male, e senza i correttivi con relativi extra-budget Varese avrebbe potuto già essere retrocessa in A2. Analisi corretta?
«Probabilmente è così, sia in un caso che nell’altro, ma ormai non possiamo più tornare indietro, confidando che in futuro ci sia una chiara visione delle risorse disponibili: sapendo in anticipo quanto si può spendere, dovremo effettuare scelte oculate in base alle disponibilità. Dopo tante rivoluzioni nell’area tecnica e nell’organico, credevamo di aver scelto la strada giusta: eravamo convinti che la continuità dello staff tecnico e dell’organico dopo due anni di azzeramenti totali potesse garantire la costruzione di uno zoccolo duro di giocatori affidabili attorno ai quali aggiungere delle scommesse. Il campo ci ha dato torto, in assoluta buona fede abbiamo commesso degli errori e non siamo riusciti a prenderci le soddisfazioni che volevamo dare a noi stessi e ai tifosi».
Come vede il futuro di “Varese nel Cuore” in vista degli “stati Generali” del 16 marzo?
«Il consorzio ha avuto il merito di salvare la Pallacanestro Varese in un passaggio delicato; ora però serve una fase nuova per dare impulso alla società. Se non dovesse risultare possibile aumentare in maniera consistente il numero dei soci nell’attuale formula della proprietà diffusa, l’assemblea valuterà l’ipotesi di un socio forte che dia garanzie di continuità, serietà e progettualità. Di sicuro le porte sono aperte a chiunque abbia a cuore le sorti della Pallacanestro Varese».
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