IL LUTTO
Addio a Giorgio D’Ilario
Giornalista - a lungo in Prealpina - e scrittore, da quarant’anni raccontava la storia e i segreti di Legnano. Solo tre settimane fa aveva perso la moglie Laura
Venti giorni fa la sua adorata Laura, compagna di una vita e madre delle sue tre figlie, Paola, Manuela e Silvia, si era spenta e, da allora, lui appariva stanco, nostalgico, quasi assente. Il suo sguardo correva spesso fuori dalla finestra, alla ricerca, forse, dei tanti momenti felici che la moglie aveva saputo regalargli, in 50 anni di vita insieme. Alle 7 di martedì 21 Giorgio D’Ilario ha smesso di lottare e ha deciso di raggiungerla. Ha scritto così, con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto, l’ultima pagina della sua intensa vita, interamente dedicata all’attività di giornalista e scrittore. Abruzzese d’origine (era nato il 19 gennaio del 1932 a Tagliacozzo), ma legnanese ormai da oltre 40 anni, D’Ilario ha dedicato alla storia, alla vita, alle tradizioni e ai sodalizi di Legnano un numero importante di pubblicazioni: se ne contano ben 33, tra le quali spiccano Legnano e la battaglia (1976, con prefazione di Giovanni Spadolini), Vocabolario del dialetto legnanese (1991), Felice Musazzi & I Legnanesi (1993) e tanti altri. «E’ vero, di questa città conosco moltissimo, eppure amo darmi da fare per scoprire sempre qualcosa di nuovo o, sarebbe meglio dire, di vecchio», aveva scherzato D’Ilario qualche anno fa, ammettendo di essere sempre stato spinto dalla curiosità tipica del giornalista e dalla passione dello scrittore.
La sua carriera giornalistica era iniziata nel 1954 quando, dall’Abruzzo, si era trasferito in Piemonte, a Borgosesia, dove aveva collaborato prima con La Stampa, in qualità di redattore e inviato, poi con “Il Popolo Nuovo”, altro quotidiano di Torino.
Era poi passato a Il Corriere della Sera e, successivamente, a La Prealpina, dove a lungo è stato responsabile della redazione di Legnano.
La scomparsa di Giorgio D’Ilario lascia un vuoto incolmabile anche all’interno della Famiglia Legnanese, che non più tardi di qualche giorno fa ha perso anche il suo “presidentissimo” Luigi Caironi.
Domani alle 14 nella Chiesa dei Santi Martiri l’ultimo saluto sarà per lui ed è facile immaginare che, così come è stato per Luigi Caironi, Legnano si fermerà un’altra volta per rendere omaggio a un cittadino come tanti e, al tempo stesso, come pochi altri.
Servizio completo sulla Prealpina di mercoledì 22 febbraio
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