LA RETRIBUZIONE
Un milione di voucher “fantasma”
I miniassegni nel Varesotto sono 2,5 milioni ma la metà è relativa ad attività non definite. La Cgil: «Spesso alibi del lavoro nero». Lunedì 27 febbraio pubblica protesta
In provincia nel 2016 sono stati venduti due milioni e mezzo di voucher (per essere precisi 2.547.090, contro 1.994.949 del 2015), i buoni lavoro per retribuire prestazioni occasionali (elaborazione della Cgil Lombardia su dati Inps). Risultato che colloca il Varesotto al quarto posto in Lombardia, dopo Milano, Bergamo e Brescia: il boom nel commercio (320mila), nei servizi (278mila circa) e nel turismo (270mila), poi nel giardinaggio-pulizia (140mila), nelle manifestazioni sportive e culturali (92mila), nei lavori domestici (68mila), in restanti attività (46mila), in agricoltura (appena 6mila).
VOUCHER FANTASMA
Ma c’è un dato che preoccupa il mondo sindacale: un milione e 300mila ticket, cioè più della metà, sono stati emessi per “attività non classificata”.
È la Cgil di Varese a chiedere conto di questa cifra per inquadrare meglio i settori coinvolti e capire dove si possano annidare eventuali utilizzi distorti. Perché il maggior sindacato italiano, questo sistema di retribuzione, vuole abolirlo del tutto: e lancia anche nel territorio la campagna referendaria “2Sì – Tutta un’altra Italia” a sostegno dei due referendum per l’abrogazione dei voucher e per la responsabilità solidale negli appalti. Lunedì 27 febbraio si terrà un presidio davanti alla Prefettura dalle ore 9 alle 12: seguirà un incontro con il prefetto Giorgio Zanzi.
Articolo sulla Prealpina di giovedì 23 febbraio.
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