MICHELE GAZO
Vi racconto l’antica Mediolanum
Nel 585 avanti Cristo, il condottiero celta Belloveso, spinto da una profezia, valica le Alpi con l’esercito e la sua gente alla ricerca di nuove terre. Lo scopo è di ristabilire l’Oiw, il flusso di energia che governa la vita e trovare il Medhelan, il centro dei mondi. Per fare ciò dovrà combattere contro gli Etruschi e vincere prodigi e maledizioni, e finalmente fondare una nuova grande città, Mediolanum, l’odierna Milano. Sullo sfondo una bella storia d’amore tra Belloveso e Mevian, regina degli Edui, ma anche una perfetta ricostruzione del modo di vivere di allora. Il varesino Michele Gazo, 39 anni, dopo il successo del primo romanzo, «Il flagello di Roma», dedicato a Brenno, capo dei Celti, ritorna alla narrativa con «Mediolanum» (Centauria, pagg. 403, 19,50 euro) una storia avvincente che riguarda da vicino anche il passaggio del popolo celtico nel nostro territorio.
Michele Gazo, da dove nasce questa sua passione per i Celti?
«La società celtica viveva in perfetta armonia con la natura, con valori autentici e individui fortemente motivati alla ricerca d’avventura. Scrivere di Celti mi permette di esplorare le meraviglie di un mondo che avverto più affine al mio sentire rispetto alla nostra contemporaneità».
A quali fonti ha attinto per scriverlo? Ha avuto sorprese durante le sue ricerche o scovato cose curiose emerse dai documenti?
«Sebbene si tratti di un romanzo d’avventura dal taglio moderno e dinamico, mi sono attenuto scrupolosamente alle fonti storiche, prima tra tutte Tito Livio, che raccontò il passaggio delle Alpi di Belloveso e la fondazione di Milano. Una sorpresa per me è stata venire a conoscere l’origine celtica dei luoghi dove oggi sorgono il Duomo e il teatro alla Scala, origine che ho poi raccontato nel romanzo. Ho anche scoperto che il toro a mosaico al centro della Galleria Vittorio Emanuele II ricorda un antichissimo rito propiziatorio pagano. Nel libro mostro poi come l’intero nucleo originario di Milano si trovi, secondo il misticismo druidico, proprio al centro delle linee di energia celesti e terrestri».
Quanto di vero e quanto di fiction c’è nel suo libro basato su un tema storico?
«Il romanzo segue fedelmente le fonti storiche. I due condottieri nemici presenti, Medo e Olano, provengono però da una tradizione rinascimentale sull’origine di Milano riportata da Bernardino Corio: nel mio libro, con la loro sconfitta da parte di Belloveso ho voluto metaforizzare la vittoria della storia sulla leggenda».
Nelle sue pagine impressiona anche il linguaggio crudo, la descrizione dettagliata delle battaglie e della sessualità, nel primo romanzo più sfumata.
«La tecnica di scrittura show don’t tell (mostrare, non raccontare) permette di rendere più avvincente l’azione, facendo vivere al lettore in prima persona la paura, la fatica e l’orrore degli scontri, trascinandolo direttamente sul campo di battaglia. Allo stesso modo, permette di trasmettere senza filtri l’erotismo proprio del popolo celtico, che vedeva la sessualità come energia sacra all’origine del mondo, una visione che oggi a mio parere dovrebbe essere recuperata dalla nostra società».
I lettori varesini riconosceranno alcuni luoghi del nostro territorio, Golasecca e Sesto Calende. Che importanza hanno avuto nella cultura celtica?
«In questi luoghi sorgeva uno dei centri principali dei Celti Insubri, e proprio qui sono state ritrovate alcune delle iscrizioni celtiche più antiche. Nel mio romanzo ho dedicato una scena anche al Sass de preja buia di Sesto Calende, un megalite naturale al centro di misteriose tradizioni magiche tramandate fino ai nostri giorni».
Nel libro colpisce la figura del druido e l’alone di mistero che lo circonda, un insieme di scienza, filosofia e stregoneria.
«La figura del druido ha ispirato quella del mago dell’immaginario contemporaneo, ma i suoi incantesimi” erano frutto di un avanzato sapere scientifico. Basti pensare che i druidi conoscevano alcune regole pitagoriche... secoli prima di Pitagora!».
Ci sarà anche un terzo romanzo dedicato ai Celti, è già in programma?
«Ora sto lavorando a un romanzo contemporaneo, ma un terzo libro sui Celti ci sarà. Racconterà lo scontro tra Celti e Romani nella grande foresta Litana che ricopriva l’Emilia Romagna, passato alla storia come la battaglia degli alberi».
«Mediolanum» (Centauria, pagg. 403, 19,50 euro) di Michele Gazo; presentazione con l’autore venerdì 24 febbraio a Varese, libreria Feltrinelli, corso Moro 3, ore 18.
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