SERIE D
«Millantatori latitanti: paghino i debiti»
Caos Varese, il presidente Ciavarrella e il socio fondatore Rosa lanciano pesanti accuse contro Basile e Taddeo: «Fatture insolute per 200mila euro e stipendi da versare per 50mila». Si rischia il crac
Un appello disperato, condito da accuse pesantissime. La conferenza stampa tenuta giovedì 23 dal presidente (e amministratore) Gabriele Ciavarrella e dal socio fondatore Enzo Rosa ha reso ancora più eclatanti le clamorose difficoltà economiche e le gravi fratture societarie che minano il Varese.
Una situazione sconcertante, esplosa dopo la spaccatura dell’ultimo mese, capace di dividere profondamente Ciavarrella e Rosa dai soci di maggioranza Paolo Basile e Aldo Taddeo; una guerra interna dura, feroce, astiosa. Peccato che in mezzo ci sia il Varese, inteso come patrimonio sportivo. Che rischia un nuovo, incredibile crac neppure venti mesi dopo la rinascita.
L’ATTACCO A scatenare l’offensiva di Ciavarrella la questione quote. Basile e Taddeo, dieci giorni fa, annunciando le dimissioni da direttore generale e da vicepresidente, hanno comunicato di volerle rimettere nella società (51% e 29%). In realtà ciò non è avvenuto: le quote sono ancora in loro possesso. E le schermaglie degli ultimi giorni stanno allungando i tempi dell’operazione, mentre in scena è entrato l’avvocato Cesare Di Cintio, a rappresentare i soci di maggioranza.
Ciavarrella parte richiamando il comunicato emesso il 10 febbraio da Basile e Taddeo nel quale rassegnavano «le dimissioni dal CDA ma anche la remissione nella società dell’intero pacchetto azionario da noi detenuto, lasciando agli altri soggetti della società... la gestione del Varese...».
Da qui attacca: «Per procedere occorre un confronto vis a vis ma questi signori si sono resi irreperibili, latitanti. Rallentano scientemente il processo di risanamento economico». E ancora: «Hanno detto che io bloccavo i conti del club non permettendo di pagare i rimborsi di dicembre alla squadra? Beh, sui conti abbiamo trovato 5.900 euro e comunque potevano ratificare subito la mia uscita e nominare un nuovo amministratore attraverso l’assemblea dei soci».
L’ACCUSA Il concetto viene integrato da Rosa: «Con un serbatoio di quote disponibili potremmo coinvolgere altri soggetti disposti ad aiutarci, gli imprenditori interessati ci sono. Ma loro (Basile e Taddeo - ndr) hanno lo scopo di ritardare qualsiasi soluzione per mandarci in difficoltà». La convinzione di Rosa è che i soci di maggioranza abbiano in mente «un disegno preciso di lucro, speculazione e guadagno». Di volersi cioè tenere quote e società per poi rivenderle. A chi? «So che Basile ha preso contatti con Rosati (ex presidente del Varese in C e in B - ndr), che peraltro si era fatto avanti anche con noi» afferma Ciavarrella. «Ma quelli del passato non li vogliamo» scandisce Rosa.
Lo scontro con l’ex d.g. è frontale: «Basile - afferma Ciavarrella - ha promesso di rimborsare i costi sostenuti da un nostro ragazzo (Zazzi - ndr) che ha dovuto operarsi in una clinica privata e poi effettuare la riabilitazione. Bene, la famiglia sta ancora aspettando. L’ultimo giocatore acquistato (Gucci - ndr) attendeva appartamento e soldi promessi da Basile ma è stato abbandonato: siamo intervenuti noi, abbiamo pagato parte del rimborso e finalmente ha una casa. I fornitori sono più di trenta: sono stato subissato di chiamate, ho preso accordi». Ciavarrella parla del debito con Macron: «Se non avessi pagato, domenica ci sarebbe stato pignorato l’incasso». Poi sposta il mirino su Taddeo riguardo al campo in sintetico di Varesello: «Ha detto che lo avrebbe pagato tramite una sua azienda, la Ital, poi ha fatto intestare le fatture al Varese». Morale: «Sono in grado di dimostrare fatture insolute ai fornitori per 200mila euro. E ora ci sono i nuovi stipendi da pagare a squadra e staff per 50mila euro». Quindi? «Basile e Taddeo, prima di parlare di diritti, assolvano i loro doveri di maggioranza: paghino i debiti».
L’INTERROGATIVO Okay, ma è possibile che tutto ciò si sia materializzato all’insaputa del presidente e amministratore? «Io c’ero - così Ciavarrella - ma venivo sempre rassicurato da loro circa l’esistenza delle risorse. Basile stringeva accordi personalmente, agiva da amministratore di fatto. Dimettendomi, ho scelto di allontanarmi da una gestione non trasparente e pericolosa». Poi un parziale mea culpa: «Siamo stati ingenui ma queste persone ci hanno tradito». Mentre Rosa si dà del “fesso” per aver «ceduto le quote a persone che si sono rivelate dei millantatori: erano stati garantiti 500, 600 mila euro». Accuse pesanti, che precedono l’appello finale di Ciavarrella: «Se non vogliono dare le quote a noi, le lascino al sindaco. Ma almeno le liberino».
LA CONSTATAZIONE Al di là di torti e ragioni delle parti in causa, rimane un’amarissima constatazione: in poco più di un anno e mezzo il “nuovo” Varese s’è infilato in un vortice di errori gestionali, inesperienza, ingenuità, divisioni interne e personalismi che lo hanno portato fino alla disperata situazione attuale. La mancanza di una proprietà forte e stabile, di una gerarchia interna netta, di una persona con poteri decisionali riconosciuti, è stata evidente: tanta confusione, poca coerenza. E i risultati societari, adesso, sono sotto gli occhi di tutti. A scapito di quelli sportivi. Purtroppo.
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