L’ALLARME
Biblioteca vietata ai disabili
Berti rilancia i problemi di Villa Bernocchi mentre langue il progetto della nuova sede
La nuova biblioteca sulle ex fonderie Franco Tosi di via Rossini che doveva realizzare Finmeccanica? Chissà se davvero il progetto vedrà mai la luce. Sicuramente la vicenda sarà una delle patate bollenti che passeranno alla prossima amministrazione: il piano attuativo (un misto di residenziale e servizi) avrebbe infatti già dovuto partire, ma la società, a causa della crisi del mercato immobiliare, sembra sia sempre più intenzionata a lasciare perdere e a trovare semmai un acquirente dell’intero comparto. Con il risultato che la sede della biblioteca resterà a tempo indeterminato in via Cavour nella ex Villa Bernocchi. E se tutti lodano efficienza e qualità dei servizi, al tempo stesso nessuno nega più che la struttura meriterebbe spazi più ampi e moderni. Con un’aggravante: la villa è oggi per due terzi inaccessibile ai disabili.
A rilanciare il problema è l’ex consigliere comunale Daniele Berti, ora intenzionato a tornare in campo con il Movimento X Legnano: «Il mio intervento nasce da una denuncia fatta da un legnanese disabile che si era lamentato dell’accessibilità al museo Guido Sutermeister: mi sembrava però ingeneroso mettere in croce un piccolo museo riprodotto fedelmente 90 anni fa, che all’occorrenza ha il custode come “garante della mobilità” (è del resto praticamente impossibile piazzare lì un montascale). La cosa peggiore è però a 100 metri, a villa Bernocchi, dove hanno sede la biblioteca civica e gli uffici della ripartizione Cultura. La stupenda villa ha dei peccati che non si possono più perdonare: è piccola, e soprattutto è inaccessibile alla disabilità nel secondo piano, mentre al primo uno scivolo è stato previsto e realizzato».
Non è ancora tutto: «Non so in quanti - aggiunge Berti - abbiano mai avuto il piacere di recarsi agli uffici della Cultura sul fianco sinistro della villa stessa: sono situati al terzo piano, praticamente nel sottotetto, destinato all’epoca alla servitù. Porta d’ingresso sprovvista di maniglia antipanico, scala in pietra larga 75 centimetri con 6 lunghe rampe e, arrivati al piano, otto dipendenti che ricevono il pubblico in un luogo che, in caso di incendio, si trasformerebbe in una trappola mortale. L’ascensore poi non esiste: quel luogo è fuorilegge da una vita e invece che trovare una soluzione seria e sicura (ribadisco che l’ex Tribunale dovrà diventare il secondo polo degli uffici legati a Palazzo Malinverni) si temporeggia nella speranza che non succeda mai niente. Intanto un disabile là sopra non riuscirà mai ad accedere: già uno a piedi, quando arriva in cima, ha bisogno dell’ossigeno...».
Stavolta l’ex consigliere non se la prende però solo con il sindaco Centinaio: «Colpa sua? No, anche lui ha fatto finta di niente come tutti i sindaci precedenti». Come dire, bisognerà pensarci al più presto.
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