L’INDAGINE
Schiave del sesso: aguzzini in fuga
Costringevano giovani e minorenni a prostituirsi a Rho: ricercata dall’Interpol coppia di rumeni che abitava nel Varesotto
Facevano prostituire anche ragazze minorenni ma sono riusciti a scappare prima che i poliziotti li arrestassero. La fuga di un pluripregiudicato rumeno e della sua compagna - lui trent’anni, lei otto di più - è cominciata appena prima dell’8 marzo, festa della donna. Ovvero il giorno in cui il gip del Tribunale di Milano ne aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
I due aguzzini, che abitavano in provincia di Varese, sono riusciti a fuggire all’estero, prima che i poliziotti del Commissariato di Rho Pero, autori dell’indagine, bussassero alla loro casa. Sulle loro tracce però ora c’è l’Interpol.
Le ragazze, ridotte a schiave del sesso, sono state tutte messe in condizioni di sicurezza e hanno confermato quel che i poliziotti avevano già appurato. E cioè che la coppia criminale reclutava giovani donne in Romania dando loro la garanzia di un posto di lavoro in Italia. Quale fosse il lavoro, le ragazze, alcune delle quali non ancora diciottenni, lo scoprivano a proprie spese: i due aguzzini le facevano prostituire nella zona di Rho, tenendole sotto strettissimo controllo, non solo telefonico, al punto di contare i preservativi utilizzati in una giornata per farsi consegnare il denaro ricavato dalle rispettive prestazioni sessuali.
Se le ragazze non guadagnavano abbastanza, rimediavano violenze fisiche da parte del trentenne, ora ricercato insieme con la sua compagna, pure pregiudicata.
Sempre sul fronte del contrasto allo sfruttamento della prostituzione, i poliziotti di Rho hanno sorpreso nella zona dei Fontanili, e poi fermato, nonostante la loro reazione violenta, dieci donne nigeriane, clandestine che, alla vista dei poliziotti, hanno tentato di scappare nei campi.
In particolare, la sera di ieri, mercoledì 15 marzo, tre di loro - di 21, 22 e 35 anni, risultate già espulse - sono state accompagnate all’Ufficio immigrazione della Questura di Milano per essere rimpatriate in Nigeria.
Articolo sulla Prealpina di venerdì 17 marzo.
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