SERIE A1 FEMMINILE
Playoff al massacro
Se non sarà sesta, l’Uyba giocherà 4 gare in 6 giorni
Ogni anno a parole ci raccontano di un campionato da tutelare, della volontà di evitare playoff troppo compressi perché si mortifica la parte più emozionante e interessante della stagione, quella che entusiasma il pubblico, ma ancora una volta la realtà smentisce quelli che sono ormai vuoti propositi. Anzi, stavolta è andata pure peggio perché nella rivisitazione del calendario della post season, la fase che assegnerà lo scudetto ne esce mortificata da scelte, che dalla Lega dicono obbligate dal Mondiale per club (8-14 maggio) cui potrebbe partecipare un’italiana e dalla concomitanza con le fasi finali di Cev Cup e Champions League alle quali prenderanno parte Busto, Casalmaggiore, Modena e Conegliano. I club hanno votato questo folle calendario, quindi tutti sono responsabili di una situazione che, per quanto riguarda l’Unet Yamamay, sarà al limite del paradosso. Le farfalle, se non arriveranno seste alla fine della stagione regolare (ora sono settime) giocheranno 4 partite in 6 giorni tra Coppa e ottavi di finale dei playoff. Il via martedì 28 marzo con Casalmaggior-Busto andata della semifinale di Cev, a seguire giovedì 30 gara 1 degli ottavi, sabato 1 aprile il ritorno a Busto con la Pomì e, infine, lunedì 3 aprile la gara 2 degli ottavi. Una follia con tanti saluti alla qualità del gioco e alla tutela fisica delle atlete.
Fin qui quel che attende Busto, ma ancor peggio per il movimento è la struttura dei playoff che nel caso di vittoria di Modena o Conegliano in Champions e di conseguente presenza al Mondiale per Club o di una wild card nella quale proprio l’Imoco spera per la kermesse iridata in Giappone, si troverebbe a disputare al meglio delle tre gare non solo quarti e semifinali, ma pure la finale scudetto: mai visto in precedenza.
Riassumendo: quarti di finale con gara 1 (7 e 8 aprile) in casa della peggio qualificata in regular season e gare 2 (17 e 19 aprile) e 3 (18 e 20 aprile) in due giorni consecutivi in casa della squadra con classifica migliore. Stessa formula per le semifinali con gara 1 (25 e 26 aprile), gara 2 (28 aprile) e gara 3 (29 aprile). Per la finale scudetto, come detto in 3 gare (1, 3 ed eventualmente 5 maggio) con un’italiana al Mondiale o in assenza, in 5 gare (1, 3, 6 ed eventualmente 11 e 14 maggio). La formula con due gare in giorni consecutivi è penalizzante per i tifosi in trasferta (non si gioca sempre nel weekend), soprattutto in caso di lunghi viaggi e a questo punto vale la pena chiedere perché l’intero movimento non abbia ritenuto doveroso tutelare il proprio campionato e il proprio prodotto dicendo compatto un “no” al Mondiale per Club. Una rinuncia di una sola società che avrebbe avuto risvolti positivi per tutti. Colpe? Scaricate su chi ha fatto il calendario (il segretario generale che ora non c’è più). La miopia del movimento inteso nella sua interezza fa però sempre capolino e ancora una volta la fase più bella sarà una corsa perdifiato incapace di sfruttare la visibilità e l’effetto traino che le emozioni delle sfide dirette assicurano. Un’altra occasione se ne è andata.
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